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Tutti assolti a 12 anni dall’alluvione di Aulla. Barani: “Accuse infondate e stravaganti”

Massa Carrara, sono stati assolti dopo anni gli 11 imputati per l’alluvione causato dall’esondazione del Magra ad Aulla del 2011.

Il tribunale di Massa Carrara li ha assolti ieri, tutti con formala piena tranne i tre ai quali è intervenuta la prescrizione. Il processo era di primo grado per l’inchiesta sull’alluvione causata dall’esondazione del Magra ad Aulla il 25 ottobre 2011. Le vittime sono due: una di 78 anni trascinata con la sua auto dalla piena e l’altro di 60 anni annegato all’interno del suo garage. Le accuse per i quali era stato disposto il rinvio a giudizio nel 2015 erano di omicidio colposo e disastro colposo.

Tra gli imputati figura anche l’ex parlamentare e l’ex sindaco di Aulla Lucio Barani che oggi commenta: “Dopo tanti, troppi anni di trafila giudiziaria, il tribunale di Massa ha finalmente sancito la totale infondatezza delle accuse avanzate nei miei confronti”, accuse “francamente stravaganti di cui sono stato ostinatamente oggetto da parte della procura di Massa”.

“Questa assoluzione piena conferma la bontĂ  della mia condotta”, “resta, purtroppo – aggiunge -, il rammarico per il costo a carico dei cittadini per un processo che semplicemente, come dimostra il suo esito, non aveva ragione di essere. Ecco perchĂ© sto valutando l’eventualitĂ  di rivolgermi alla procura di Torino al fine di far luce su eventuali reati in atti giudiziari perpetrati a mio danno nel corso di un processo a causa del quale sono stato costretto ad abbandonare l’attivitĂ  politica e, conseguentemente, a veder sfumata la ricandidatura al Senato“.

Gli altri imputati assolti sono Roberto Simoncini, sindaco quando il fiume Magra straripò, il sui vice di allora Gildo Bertoncini, l’ex assessore Giovanni Chiodetti e gli allora dirigenti del Comune di Aulla Franco Testa, Giuseppe Lazzerini, Mauro Marcelli e Ivano Pepe e della Provincia Giovanni Menna, Gianluca Barbieri e Stefano Michela. Anche tra loro c’è chi ha evidenziato i tempi troppo lunghi della giustizia. Silenzio, invece, da parte delle parti civili: parenti delle vittime e titolari delle attivitĂ  devastate. Erano 14 le parti ammesse al processo.