Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi, ha dichiarato di volersi candidare per un secondo mandato. La notizia arriva dopo aver comunicato al ministero della Cultura austriaco che, contrariamente a quanto previsto, rinuncia a diventare dal primo novembre capo del Museo di storia dell’arte (Khm) di Vienna. Lo scrivono media austriaci e tedeschi rimandando a indiscrezioni pubblicate ieri dal quotidiano Die Presse. La comunicazione è stata fatta ieri per telefono da Schmidt al ministro Alexander Schallenberg, precisa oggi l’agenzia austriaca Apa.
“Sono stato a Vienna la scorsa settimana e ho annunciato al Kunstistorisches la mia volontà di rinunciare alla direzione. Non c’è stata nessuna telefonata con il ministro: ho solo comunicato questa mia volontà alla attuale direttrice del museo. Adesso si tratta di trovare una data per incontrare ufficialmente il ministro e formalizzare questa mia rinuncia”, ha detto Eike Schmidt. “Non ho ancora avuto occasione di parlare con il ministro austriaco – ha precisato Schmidt – però ho cercato attraverso un contatto diretto di avere un appuntamento, dato il fatto che domani andrò a Vienna per una conferenza scientifica, un convegno dove parlerò”. Il direttore degli Uffizi ha ricordato di essere stato a Vienna la settimana scorsa per l’ultima volta: “Ho parlato con l’attuale direttrice del museo di Vienna, che veramente si trova in una situazione un po’ simmetrica alla mia, perché anche lei aveva dei progetti che voleva portare avanti”. L’idea originaria, ha spiegato Schmidt, “era quella di sviluppare una strategia insieme, sia una exit strategy che anche una strategia di comunicazione”, ma invece “chiaramente c’è stato un ‘leak'”, ha concluso, riferendosi alle anticipazioni uscite sulla stampa austriaca. Ai cronisti che gli chiedevano se avesse avuto rassicurazioni da Roma su una sua conferma, Schmidt ha risposto: “Naturalmente sono di tanto in tanto in contatto con Roma: ma questo passo dovevo farlo io, e quindi non riguarda Roma. Questo riguarda me, la mia persona. Naturalmente sarebbe stata una bella cosa poter mettere sul mio curriculum anche quel museo che è comunque uno dei più importanti al mondo per la sua collezione, ma non vivo per il mio curriculum, non vivo per il mio epitaffio: io vivo per la mia vita, io vivo per Firenze, per gli Uffizi”. “Tanti fiorentini – ha anche detto Schmidt – mi fermano per strada chiedendomi di restare e di continuare a tutelare e promuovere i beni culturali qui, in Italia, in questa meraviglia di città che è Firenze”. “Dopo essermi consultato con mia moglie – ha proseguito – e l’amico e maestro Antonio Paolucci, ho capito che non posso sottrarmi a questo titanico ma entusiasmante impegno. Amo Vienna, amo il Kunsthistorisches Museum: ma Firenze e gli Uffizi sono la mia casa”. Peraltro, ha aggiunto, “il mio lavoro agli Uffizi non è ancora finito: c’è ancora tanto da fare e non posso abbandonare proprio adesso. Ora le Gallerie sono ripartite, sono come un bolide lanciato a tutta velocità: non me la sento di andarmene nel momento in cui si cominciano a vedere i frutti del lavoro svolto in questi anni”.
L’ufficio stampa del Kunsthistorisches Museum (Khm), contattato dall’ANSA, non ha voluto commentare le indiscrezioni secondo le quali il ministro austriaco avrebbe chiesto alla direttrice generale ad interim del Khm, Sabine Haag, di continuare a gestire provvisoriamente il museo di Vienna, uno dei più importanti al mondo per il patrimonio artistico degli Asburgo che custodisce.
Due anni fa Haag aveva chiesto invano un prolungamento del suo contratto, ma si era dichiarata disponibile a continuare per consentire a Schmidt di concludere il suo mandato, ricorda l’agenzia. Il sito della Presse ha scritto che dalla disdetta dello storico dell’arte tedesco “si può desumere che all’ultimo secondo gli italiani hanno elaborato una proposta, meglio dotata finanziariamente, per trattenere Schmidt. Con successo”.
Per venerdì è previsto un incontro fra il ministro Schallenberg e il direttore degli Uffizi, forse per discutere dei “notevoli danni economici” derivanti dalla rinuncia in termini di spese impreviste e nuovo bando, ha previsto il sito. Il ministro, pur diplomatico di professione, secondo Die Presse ha definito il comportamento di Schmidt “estremamente non professionale e veramente senza precedenti”.