Firenze, con il progetto ‘Ultimate’ le acque reflue possono essere una risorsa riutilizzabile e possono anche svolgere il ruolo di vettore di energia e materiali da riutilizzare a loro volta.
‘Ultimate’ è pensato per recuperare, trattare e riutilizzare le acque reflue industriali e municipali, e in Italia realizzato con una collaborazione tra il consorzio Polo tecnologico Magona di Cecina (Livorno), l’UniversitĂ politecnica delle Marche, West Systems srl e il Consorzio Aretusa.
Nato nel 2001 per la realizzazione e la gestione di un impianto di trattamento delle acque di scarico dei depuratori di Cecina e Rosignano (Livorno) così da renderle idonee ad essere nuovamente utilizzabili in attività industriali.
Il progetto finanziato dall’Ue, con scadenza 4 anni, è animato da un partenariato europeo composto da 28 aziende e centri di ricerca, provenienti da oltre 10 Paesi tra cui l’Italia.
‘Ultimate’, precisa una nota, intende dimostrare i molteplici usi delle acque reflue municipali e industriali attraverso nove dimostrazioni in Europa, nei settori agroalimentare, della chimica e delle biotecnologie.
I partner italiani sfrutteranno dunque il cofinanziamento europeo per potenziare l’impianto di trattamento esistente aumentandone da un lato la capacitĂ produttiva fino al limite progettuale di 4 milioni di metri cubi annui e dall’altro, mediante il consolidamento e l’incremento della qualitĂ del refluo trattato, aumentandone la quantitĂ complessiva disponibile.