Lun 6 Gen 2025
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ToscanaCronacaUn altro suicidio a Sollicciano: 25 enne trovato morto in cella

Un altro suicidio a Sollicciano: 25 enne trovato morto in cella

Un detenuto di 25 anni, egiziano, è stato trovato morto nel carcere di Sollicciano (Firenze)  nella serata di ieri. L’ipotesi è di un suicidio per impiccagione. A pochi giorni da un altro caso, vittima un cittadino somalo di 28 anni sarebbe dovuto uscire dal carcere a novembre 2025.

Avrebbe compiuto 26 anni fra qualche giorno con fine pena provvisorio nell’aprile del 2027 il detenuto invece che ieri sera verso le 19 si è impiccato nella sua cella della sezione accoglienza della Casa circondariale di Firenze Sollicciano. In cella, secondo prime informazioni, era da solo. Hanno scoperto il cadavere le guardie. Il detenuto era stato ristretto nel reparto di accoglienza e, da quanto emerge, aveva tentato gesti autolesionistici pertanto era in osservazione.

“È un carcere del tutto inadeguato per le funzioni che deve svolgere. inaccettabile per Firenze. La commissione politiche sociali e della salute, sanità e servizi sociali è al lavoro per approfondire e relazionare in consiglio comunale in merito all’attuale stato di Sollicciano. Per l’Amministrazione, lo abbiamo detto molte volte, Sollicciano va completamente riformato, non ha le condizioni minime di dignità per chi sta scontando una pena e per quelli che ci lavorano. Questa realtà riemerge prepotentemente in conseguenza di eventi tragici, come quello di ieri sera. Ed ogni volta si conferma che Sollicciano non è conforme ai livelli minimi di dignità umana richiesti dalla Costituzione. Se non riusciremo a creare condizioni di vita accettabili ci saranno ancora morti e qualsiasi percorso di rieducazione non sarà possibile. Abbiamo decine di esempi, che ci fanno capire che ormai, il carcere assume quasi esclusivamente, la funzione punitiva e la rieducazione non esiste più. Affrontare questa emergenza richiede coraggio e visione. È fondamentale migliorare le condizioni non solo per i detenuti, ma anche per chi vi lavora: qui dentro non soffrono soltanto i detenuti. Non possiamo e non dobbiamo rassegnarci a questa situazione. A Firenze abbiamo bisogno di un impegno concreto e duraturo, di soluzioni definitive e la prima da perseguire è quella di superare l’attuale Sollicciano”.

“Il 2025, dunque, nel carcere ricomincia all’insegna della conta dei decessi, così come si era concluso il 2024, annus horribilis in cui si sono raggiunti 89 suicidi fra i detenuti, sette fra la polizia penitenziaria, e 245 decessi totali fra i reclusi”, commenta per la Uilpa polizia penitenziaria il segretario generale Gennarino Di Fazio.”Servono subito misure deflattive della densità detentiva, vanno potenziati gli organici della polizia penitenziaria, necessita garantire l’assistenza sanitaria e vanno avviate riforme complessive. In assenza di tutto ciò, nostro malgrado, il 2025 rischierà di essere peggiore del 2024″, conclude De Fazio.

Sul caso di Sollicciano Emilio Santoro dell’associazione L’Altrodiritto ricorda che il 25enne, “era un ragazzo molto problematico, so che era seguito dalla psichiatria. Poi capiremo meglio cosa è successo, ma tendenzialmente le persone che hanno problemi psichiatrici in carcere non ci devono stare, a maggior ragione in un luogo come Sollicciano; vanno curate in strutture sanitarie”.

“Quanto accaduto” a Sollicciano “purtroppo non mi meraviglia. Sono anni che dico che va chiuso perché è inumano e indecoroso. E’ l’opposto di tutto quello che la Costituzione dice e impone alle coscienze sulla pena, che andrebbe eseguita con senso di umanità”. E’ quanto dichiara Giuseppe Fanfani, garante dei diritti dei detenuti per la Regione Toscana.

“Mi sento profondamente umiliato nel ruolo ogni volta che accadono queste cose. Più vado avanti – aggiunge – e più mi chiedo se il carcere come lo intendiamo noi sia qualcosa di utile, serva a qualcosa”.
Nello specifico a Sollicciano “ci sono situazioni spaventose, piove nelle celle, ne ho vista una senza vetro alle finestre, c’è un umido spaventoso”. In questo quadro “la mancanza di un direttore è un elemento aggravante, ma dirigere Sollicciano penso sia una cosa impossibile”.

Francesco Oliviero, segretario per la Toscana del Sappe ricorda che “da tempo chiediamo interventi risolutivi all’Amministrazione Penitenziaria a livello locale e nazionale per quanto concerne i lavori di adeguamento della struttura, incremento del personale di Polizia Penitenziaria, fondi per il pagamento dello straordinario e missioni ma soprattutto progetti e percorsi rieducativi con il coinvolgimento dei grandi Brand che possono investire in progetti lavorativi all’interno delle strutture Penitenziaria. Purtroppo, ad oggi dobbiamo constatare che le nostre richieste cadono nel vuoto”.

“L’ulteriore suicidio avvenuto nel carcere di Sollicciano deve far riflettere sulla condizione in cui vivono i detenuti e su quella in cui è costretto ad operare il personale di Polizia Penitenziaria – commenta Donato Capece, segretario generale del Sappe – Questi drammatici eventi, oltre a costituire una sconfitta per lo Stato, segnano profondamente i nostri agenti che devono intervenire, spesso agenti giovani, lasciati da soli nelle sezioni detentive, per la mancanza di personale. Il suicidio rappresenta un forte agente stressogeno per il personale di polizia e per gli altri detenuti. Servirebbero anche più psicologi e psichiatri, vista l’alta presenza di malati con disagio psichiatrico. Spesso, anche i detenuti, nel corso della detenzione, ricevono notizie che riguardano situazioni personali che possono indurli a gesti estremi”. Capece richiama nella stessa nota anche il discorso di fine anno dal Capo dello Stato Sergio Mattarella e le sue indicazioni per superare l’emergenza penitenziaria.