In Liguria è nato un basilico molto più ricco di sostanze antiossidanti rispetto a quello che cresce sulla terraferma. Il segreto? Coltivarlo sotto il mare. A rivelarlo è uno studio di un team di ricercatori dell’Università di Pisa. La pianta è stata coltivata in biosfere di metacrilato di alcuni metri di diametro immerse nel mare tra i sei e i dieci metri di profondità di fronte a Noli (Savona).
Il superbasilico è frutto di un lavoro di ricerca di un team di ricercatore dell’Università di Pisa che ha analizzato la risposta delle piante, più verdi e aromatiche delle altre, coltivate nelle biosfere sottomarine dell’Orto di Nemo. Le serre sottomarine hanno al loro interno alcune mensole su cui possono crescere dalle 65 alle 95 piantine. Riempite di aria, che essendo più leggera si posiziona nella parte superiore spingendo l’acqua sotto, sono strutture ecologiche autosostenibili. Si alimentano infatti con energia rinnovabile e per l’irrigazione utilizzano l’acqua marina che distilla dalle pareti e gocciola sulle piante.
“Un ecosistema così diverso da quello terrestre per pressione, luce e umidità influenza la crescita delle piante, ma anche la loro composizione in termini di metaboliti primari e secondari. Noi abbiamo valutato la risposta delle piante a queste nuove condizioni ambientali sotto il profilo fisiologico, chimico e morfologico e dall’analisi è emerso che il basilico cresciuto nelle biosfere è più ricco di sostanze antiossidanti e di pigmenti fotosintetici per catturare meglio la minor luce che riceve rispetto a quella terrestre. È inoltre più ricco di metil eugenolo, l’aroma volatile caratteristico del basilico genovese, rispetto a quello tradizionale che cresce sulla terraferma”, ha sottolineato Luisa Pistelli, docente di Farmacia dell’Università di Pisa.
L’ateneo pisano è infatti uno dei partner scientifici dell’Orto di Nemo, progetto del 2012 promosso da Mestel Safety del gruppo Ocean Reef. La società che si occupa di strumentazioni subacquee, con l’obiettivo di realizzare un sistema alternativo di agricoltura per aree in cui le condizioni economiche o ambientali rendono difficile la crescita di specie vegetali a livello del suolo.