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Una nuova mostra di Sandra Tomboloni

La fragilità degli ospiti. L’antispecismo come forma di sostanza e vita è la mostra che raccoglie una serie di nuovi lavori di Sandra Tomboloni. Tra gli artisti più radicali e interessanti della sua generazione. A cura di Serena Becagli, la mostra è visibile negli spazi della Galleria Vannucci di Pistoia

Già nel titolo Sandra Tomboloni inserisce una delle parole chiave della sua poetica, la fragilità. In un mondo in cui la parola d’ordine è forza,l’artista mette per prima la fragilità, la debolezza. Nella vita dimostrare debolezza è quasi un tabù ma Sandra Tomboloni è un’outsider anche in questo, come ha sempre dimostrato nel suo lavoro, coerente con le sue idee e il suo mondo.

Ascolta l’intervista alla curatrice della mostra Serena Becagli:

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L’aver utilizzato già dagli esordi un materiale come il pongo ha rischiato di far etichettare il suo lavoro come qualcosa legato al mondo infantile, ma forse è quel materiale che più di tutti incarna l’idea di precarietà, di qualcosa in continuo divenire e al quale torna sempre, nonostante l’uso e la sperimentazione di altri materiali come la ceramica, la stoffa, la cera e persino, come in alcune ultimissime opere il bronzo, accanto, come sempre, al disegno.

I temi che tratta l’artista fiorentina sono in realtà attuali e drammatici come la diversità, l’accoglienza, la casa, lo scarto, il rispetto per l’ambiente, lo stare insieme.

Tutti siamo alla ricerca di un posto, un posto dove stare, ma il posto c’è per tutti. E Sandra Tomboloni il posto speciale lo lascia sempre a disposizione degli ultimi, degli scartati che in questo caso sono gli animali, da sempre sfruttati dall’uomo.

Ecco infatti che oggi, con La fragilità degli ospiti, l’artista fa il punto su un tema a lei caro: la specie animale è un soggetto da sempre presente nel suo lavoro come nell’installazione Le Maialine del 2001, opera esposta al Centro Pecci in occasione di Continuità: arte in Toscana 1990-2000 e collezionismo del contemporaneo in Toscana, a cura di Jean-Christophe Ammann ma anche nella Storia di un pulcino o due, una serie di pannelli autobiografici del 1997.

Nei grandi pannelli monocromi de La fragilità degli ospiti, i protagonisti sono loro: il cane, il gatto, la scimmia e il maiale, realizzati tutti con colori primari. Il pongo permette di usare il colore puro, di non mischiare, ma di usare direttamente la materia-colore.

Disubbidire al padre è un dittico nero con un chiaro riferimento alla fedeltà del cane, mentre il dittico azzurro, Intelligenza primaria, è dedicato all’astuzia del gatto; un grande pannello rosso è dedicato alla scimmia e si intitola Involuzione del primato, mentre la coppia di bassorilievi bianchi, Purezza, sono popolati da figure con il corpo umano e la testa di maiale.

Tutti questi bassorilievi sono una specie di bestiario con figure che hanno il corpo umano e la testa di animale e vogliono dimostrare la superiorità dell’animale rispetto all’uomo, secondo l’artista. “È nella testa che gli animali sono più evoluti”, ci spiega con convinzione Sandra Tomboloni. “L’essere umano consuma e distrugge, sfrutta i suoi simili e le altre specie: gli animali in questa catena sono gli esseri più fragili e i più sfruttati, per il sollazzo e la sopravvivenza arrogante dell’uomo”.

Le opere della Tomboloni hanno parlato di questo negli anni, e si sono incrociate con la sua vicenda personale. L’arte per lei è un’urgenza, e lei all’arte si dedica con tutta se stessa, corpo e spirito. Un corpo che si logora, un corpo che in un periodo della sua vita scappa di casa e vive per strada. Un corpo da scartare, un corpo privato spesso del cibo, che va a convivere con l’anoressia. Uno spirito che si rianima costantemente grazie all’urgenza di creare, di avere sempre tra le mani pongo, creta e persino cera da modellare, mani che in un letto di ospedale si muovono rapide su fogli e colorano con quello che hanno a disposizione diventando tramite diretto con la mente e l’anima. Sandra per l’arte ha sempre messo a disposizione tutta se stessa.

Tornano anche in questa mostra come protagoniste le sedie, che sono un elemento costante nella produzione dell’artista toscana. Spesso salvate dalle discariche, a volte mezze rotte o azzoppate, ma ridate a nuova vita dalle mani generatrici dell’artista, su cui fa nascere fiori, casine o paesaggi. La sedia, simbolo di accoglienza, oggetto che si offre all’ospite, oggetto su cui si appoggiano le membra stanche, su cui si accoccolano gatti, su cui a volte ci si addormenta per sognare.

INFO

MEVANNUCCI
Via Gorizia 122 – 51100 Pistoia
+39 057320066  3356745185
www.vannucciartecontemporanea.com

La galleria è aperta dal mercoledì al sabato, dalle 9,30 alle 12,30 e dalle 16,30 alle 19,30, oppure su appuntamento (tel. +39 057320066 – 3356745185 mail info@vannucciartecontemporanea.com

La mostra La fragilità degli ospiti di Sandra Tomboloni sarà inaugurata il 20 settembre 2020, a partire dalle ore 10 del mattino fino alle ore 20,00 della sera (fino al 15 novembre). Sarà obbligatorio l’uso della mascherina, le caratteristiche dell’edificio e gli spazi esterni, grandi e spaziosi, renderanno semplice il distanziamento fisico e la gestione del flusso di visitatori che sarà comunque limitato a 30 persone per volta all’interno.

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