Dopo il successo ottenuto sul palco de ‘Le Murate’ di Firenze, torna in scena ‘Antigone’ di Underwear Theatre. Il regista, Filippo Frittelli, riesce ad esprimere attraverso la gestualitĂ dei 7 attori in scena, la forza inarrestabile della protagonista della tragedia di Sofocle. Lo spettacolo è ad ingresso libero e si svolgerĂ all’aperto, nel giardino del Cpa Fireze Sud, giovedì sera alle ore 22.
Contro l’editto di Creonte, Antigone ha dato sepoltura al fratello Polinice, nemico della patria. La solitaria audacia della fanciulla, sprezzante dei consigli di prudenza della sorella Ismene, è giustificata da un’esigenza di pietas. Arrestata, sdegnosa d’una tardiva solidarietĂ d’Ismene, è rinchiusa in un antro sotterraneo da Creonte, incurante della collera del figlio Emone, innamorato di Antigone. Dopo minacciosi moniti dell’indovino Tiresia, la sgomenta resipiscenza del re non vale a impedire una triplice catastrofe: il suicidio di Antigone muove Emone ad un violento impeto d’ira contro il padre, poi contro di sĂ©, e la madre Euridice, all’udire della morte del figlio si uccide. A Creonte annientato dal dolore non resta che disperarsi sui morti.
Antigone, ci spinge alla riflessione, eroina ante litteram di qualunque accadimento rivoluzionario futuro, disposta a pagare fino in fondo il suo gesto carico di sentimento, muove ad rielevare la natura umana, verso il divino, contro quella che è la fredda civilizzazione della legge, della cittĂ . Uno spettacolo sul potere della disobbedienza come atto necessario, come uno shock al sistema organizzato per farlo uscire dall’entropia del tempo che lentamente allontana da un ordine naturale e sostanziale delle cose, sotto il flusso di leggi e postulati accavallatasi spesso in maniera contraddittoria.
Un mondo in cui il potere civile si stava consacrando viene messo in discussione da una giovane fanciulla con un gesto profondamente intimo. Quale rivoluzione piĂą forte ci può essere di quella dettata dal sangue? Martire, eroina, un Cristo femminile, nella purezza del suo gesto, nella tragicitĂ degli eventi consequenziali la sua morte, si rivela l’essere umano capace di tutta la sua umanitĂ , un’umanitĂ non piĂą finalmente solo razionale che ha radice nei suoi istinti. Antigone con un atto sincero, semplice, diretto, e profondamente innocuo, scopre un nervo, getta via sistemi, istituzioni, regole e poteri. E tutto ciò è profondamente spaventevole, e tutto ciò è ancora profondamente vero.
Il pubblico sarĂ coinvolto come spettatore e cittadino di Tebe nella vicenda, lo spazio scenico si espande in contiguitĂ e tutto diviene spazio per la messa in scena, aperto, senza soluzione di continuitĂ fra palco e area delle sedute.
PiĂą modernamente Antigone ricorda l’uomo solo, di oggi, esistenzialista, quasi Lo Straniero di Camus, capace di mettere in discussione il vivere umano ben organizzato con la sua intellettualitĂ protetta, attraverso l’essenzialitĂ del gesto non premeditato, impulsivo, necessario e dunque libero.
Antigone è libera, libera di morire – vorremmo pensare – è una storia, una tragedia, un rimedio purgativo per dirla con Nietzsche per i nostri mali, di cui non possiamo fare a meno. Qualcuno deve pur disobbedire per tornare a farci vedere.
Lo spettacolo nasce da un laboratorio svolto presso La Polveriera Spazio Comune di Firenze.
adattamento e regia
Filippo Frittelli
con
Cosma Barbafiera
Tatiana Carcereri
Michele Jommi
Andreas Melissaropoulos
Ettore Petrioli
Ludovica Rio
Giorgia Stornanti
Ingresso libero
Filippo Frittelli è un regista ed attore fiorentino, indipendente, non finanziato, da oltre 15 anni insiste nel teatro contemporaneo. Basa la sua ricerca sul corpo come intelletto primario, sulla potenzialità del gesto e sul lavoro di composizione del gruppo come un richiamo ad istinti e rituali perduti. I suoi lavori sono stati rappresentati in rassegne e festival internazionali. Underwear Theatre, è un teatro senza orpelli, non povero, ma essenziale. Gli spettacoli divengono il frutto di un lavoro collettivo, laboratoriale, dove sono individuate le diverse competenze dei partecipanti e le possibili intersezioni dei linguaggi. Tutto avviene, prende forma si confeziona e poi muore, e tutto rimane, in movimento, in costante esplorazione e mutazione.