La campagna Unicoop Firenze per realizzare il primo bosco biosostenibile e partecipato d’Italia che sorgerà a Montopoli dopo un’importante operazione di bonifica. Prevista una raccolta fondi popolare: Unicoop Firenze raddoppia ogni contributo.
Unicoop: sei ettari di terreno, 2,2 milioni di euro di investimento, 3000 nuovi alberi e piante. Sono i numeri dell’iniziativa Abbraccia un albero, dai vita ad un bosco presentata oggi da Unicoop Firenze, che mira a creare a Montopoli, in un’area lungo la Firenze-Pisa- Livorno precedentemente occupata da un allevamento di suini, il primo bosco bio-sostenibile d’Italia realizzato su un ex terreno industriale.
Il bosco sarà “bio”, in quanto incubatore di diversità naturalistica, e sarà sostenibile per l’assorbimento di anidride carbonica, ma anche perché sarà un modello funzionante di “polmone verde” con una proporzione tra costi e benefici della piantagione ripetibili nel tempo e nel territorio. Un esperimento sul campo, insomma, di quanto si possa fare per cercare di salvare il Pianeta piantando alberi.
Alla presentazione del progetto sono intervenuti Daniela Mori, presidente del Consiglio di Sorveglianza di Unicoop Firenze, Stefano Mancuso, direttore del laboratorio di Neurobiologia vegetale, professore UniversitĂ di Firenze, Stefano Ciafani, presidente Legambiente (AUDIO) e Walter Ganapini, membro del Comitato tecnico scientifico di Re Soil Foundation, membro onorario dell’Agenzia Europea per l’Ambiente e giĂ presidente Agenzia Nazionale Protezione Ambientale Italia.
L’area su cui si svilupperà il bosco è stata occupata in passato da un allevamento di suini. Per questo è particolarmente rilevante la bonifica che viene fatta da Unicoop Firenze, e monitorata e rendicontata da Legambiente, e che prevede la rimozione e l’avvio al riciclo di 17.000 tonnellate di rifiuti solidi, fra cemento, asfalto, calcestruzzo. In questo modo il suolo verrà restituito al ciclo naturale di fertilizzazione e assorbimento idrico e sarà possibile iniziare a piantare le tremila piante previste, di cui 800 ad alto fusto lungo, principalmente nella zona che confina con la strada di grande comunicazione Firenze – Pisa -Livorno e 2200 piante e talee forestali. La scelta delle piante, su indicazione del professor Stefano Mancuso e di Pnat, riguarda specie ad alto assorbimento di CO2 e rapido accrescimento del tronco. Questo consentirà di avere importanti benefici per la qualità dell’aria, che aumenteranno esponenzialmente al passare degli anni: a 10 anni il bosco potrà assorbire 170 tonnellate CO2 e una mole importante di inquinanti (polveri fini, ossido di azoto, ecc), a 20 anni il “risparmio” di CO2 sarà di 600 tonnellate e a 30 anni di 1400 tonnellate.
Ma Abbraccia un albero, dai vita ad un bosco sarà anche una grande campagna di partecipazione popolare, che durerà dal 21 settembre, data del Solstizio di autunno al 21 novembre, data in cui si festeggia la Giornata dell’albero. Soci e clienti Unicoop Firenze potranno infatti sostenere il progetto del bosco con donazioni alle casse a livello individuale o anche attraverso l’organizzazione di comitati di scopo sul territorio, che coinvolgeranno cittadini, associazioni e comunità per contribuire, non solo economicamente, alla creazione dell’area verde.
La campagna di raccolta fondi prenderà il via giovedì prossimo 23 settembre in tutti i Coop.fi della Toscana.
Si può contribuire: alle casse dei punti vendita COOP.fi donando almeno 1 euro o 100 punti della Carta Socio, online sulla pagina www.eppela.com/abbracciaunalbero oppure tramite bonifico bancario sul conto corrente dedicato IT57D0503402801000000309251. Unicoop Firenze raddoppierà ogni donazione.
Inoltre, è possibile sostenere l’iniziativa anche acquistando nei punti vendita COOP.fi i prodotti ViviVerde: parte del ricavato della vendita sarĂ destinato al progetto.
La campagna di raccolta fondi è sostenuta da Unicoop Firenze e si rivolge a soci e clienti per realizzare il primo bosco biosostenibile e partecipato d’Italia fa parte degli impegni di Coop per l’ambiente e della campagna Oasi Urbane.
Le prossime tappe sono la bonifica dell’area, i cui risultati saranno monitorati e dettagliati in un report di Legambiente. Un passaggio fondamentale che richiederĂ un notevole impegno per la rimozione dell’asfalto, la demolizione delle strutture in cemento e lo smaltimento dei materiali. Poi si metterĂ mano al ripristino del terreno e alla piantagione. A novembre cominceranno i primi interventi di piantagione, a marzo 2022 è prevista l’inaugurazione e a maggio le prime visite, che saranno facilitate anche dalla realizzazione di un’aula didattica all’ingresso del parco. In futuro l’area verrĂ donata alle istituzioni del territorio e sarĂ costituito un Comitato di indirizzo, insieme a Regione Toscana e Corpo Carabinieri Forestali per presidiare e mantenere il bosco. Fra una decina d’anni gli alberi saranno giĂ cresciuti per formare un vero e proprio bosco.
Il progetto del bosco di Montopoli
Il progetto prevede un percorso naturalistico che si snoda lungo tutto il parco e che raccorda una serie di “luoghi”, come la torre di osservazione, che permetterĂ una visuale eccezionale della biodiversitĂ locale a otto metri di quota, l’anfiteatro nel bosco e il loop (un circuito ad anello con vari tipi di vegetazione) fra le fronde, oltre alle vasche dedicate alle piante acquatiche.
Bisogno di alberi
Oltre mille miliardi: tante sono le piante che il nostro Pianeta dovrebbe ospitare in più rispetto al presente per attenuare gli effetti del riscaldamento globale. Anche se da domani tutte le fonti di inquinamento, come per magia, si spegnessero, la CO2 nell’aria continuerebbe ad aumentare e con essa la temperatura della Terra. Terra che ha la febbre e che vede di anno in anno la situazione aggravarsi: pensiamo a come stiamo noi quando abbiamo 39°C e a cosa sta succedendo al nostro pianeta. Basta ricordare quanto accaduto a luglio in Germania per farci capire che l’umanità è di fronte alla più grande sfida mai presentatasi. Il rimedio? Creare più zone verdi, piantare alberi, unici “strumenti” capaci di abbassare la temperatura e restituirci aria pulita.
Daniela Mori, presidente del Consiglio di Sorveglianza di Unicoop Firenze
“Questo progetto è un contributo concreto per l’ambiente e coinvolge tutti i soci di Unicoop Firenze. Con questa campagna vogliamo dare a tutti gli strumenti per contribuire a rendere più sana la vita su questo pianeta e del pianeta. Dalla bonifica alla piantagione degli oltre 3mila alberi fino alle attività didattiche e di divulgazione che potremmo fare in questo bosco, vogliamo dare un esempio virtuoso di come si può cambiare il nostro futuro, con scelte importanti, anche onerose, come l’investimento della cooperativa, e con la partecipazione di tutti. Il tema del cambiamento climatico non è più rimandabile, gli scienziati, come il professor Mancuso ci dicono che l’unico modo per salvare il Pianeta e ridurre gli inquinanti è piantare più alberi e noi realizzeremo un intero bosco in un’area centrale della Toscana”.
Dichiarazione Stefano Mancuso, direttore del laboratorio di Neurobiologia vegetale, professore UniversitĂ di Firenze,
“L’iniziativa di Unicoop Firenze di trasformare una ex area industriale in un nuovo bosco è incredibilmente meritevole per due motivi: il primo perchĂ© le migliaia di alberi che lo andranno a costituire agiranno immediatamente in maniera positiva assorbendo grandi quantitĂ di anidride carbonica e il secondo è che questo bosco assolverĂ anche ad una funzione di tipo didattico, insegnando, a chiunque vorrĂ visitarlo, che cosa significa vivere in un pianeta sostenibile, come combattere il riscaldamento globale ed, in ultima analisi, come vivere in maniera felice e armoniosa insieme a tutti gli altri esseri viventi che con noi dividono la gioia di abitare questo pianeta meraviglioso”.
Dichiarazione Stefano Ciafani, presidente Legambiente
“Legambiente sostiene questo progetto ed è in particolare impegnata nell’analisi e nel monitoraggio delle attivitĂ che riguardano la bonifica del sito, attraverso il nostro Ufficio scientifico nazionale. Questa operazione è fondamentale perchĂ© rimuovendo il cemento e i manufatti presenti nell’area il terreno potrĂ tornare ad avere un ruolo regolatore dell’ecosistema e di preservazione della biodiversitĂ , con la mitigazione del rischio idraulico dell’area, il ripristino delle funzioni ecologiche del suolo, la possibilitĂ di sviluppare un progetto di riforestazione importante, anche per l’assorbimento dell’anidride carbonica. Non solo, il progetto di bonifica prevede anche un piano di riciclo e riutilizzo degli inerti e dei materiali di costruzione e demolizione, una pratica che si colloca in un’ottica di salvaguardia dell’ambiente attraverso percorsi di economia circolare. Insomma possiamo dire che il progetto di Montopoli fino dalle prime fasi e grazie all’impegno di Unicoop Firenze si pone in controtendenza rispetto a quanto accade, purtroppo, con le bonifiche da realizzare nel nostro Paese. Basti pensare ai 41 siti di interesse nazionale (SIN) da bonificare, che occupano e inquinano una superficie di oltre 100 mila ettari, e agli oltre 34.478 siti di interesse regionale (SIR), sempre da bonificare, con una superficie pari a 66 mila ettari”.
Dichiarazione Walter Ganapini, membro del Comitato tecnico scientifico di Re Soil Foundation
“Il progetto di Montopoli vede anche la partnership di Re Soil Foundation, fondazione creata da Coldiretti, Novamont, Politecnico di Torino e UniversitĂ di Bologna con l’obiettivo di connettere le conoscenze scientifiche, tecnologiche, ambientali ed umanistiche per diventare punto d’incontro per le diverse realtĂ italiane ed europee che si dedicano al tema del suolo. Per una realtĂ come la nostra collaborare con questo progetto è piĂą che naturale: al suo interno ritroviamo molte delle azioni utili per restituire qualitĂ al suolo e, attraverso di essa, rispondere alla crisi climatica. C’è la bonifica di un’area degradata, la deimpermeabilizzazione del terreno e la riforestazione con piante autoctone. Il progetto del bosco bio-sostenibile di Montopoli si pone inoltre l’obiettivo di informare e formare i cittadini sul ruolo cruciale del suolo, risorsa non rinnovabile e vitale per le comunitĂ . I risultati dimostreranno la bontĂ di queste scelte che rappresenteranno sicuramente una buona pratica da mutuare altrove. Crediamo sarĂ fondamentale sviluppare dei sistemi di monitoraggio che siano in grado di misurare gli impatti generati da questa iniziativa in termini di salute e fertilitĂ dei suoli e di aumento della consapevolezza da parte dei cittadini”.