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Unicoop: giudice reintegra lavoratrice licenziata per 21 centesimi di gamberetti

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I fatti risalgono al dicembre del 2019, la notizia è stata resa nota dal sindacato USB. Unicoop: parla di ‘ricostruzione non veritiera’ e accusa: “la dipendente non ha rispettato la normativa in materia di igiene e sicurezza alimentare.

La commessa di un reparto di pescheria di un supermercato di Firenze nel 2019 venne
licenziata per aver dato a un cliente due gamberetti – del valore di 21 centesimi – senza farli pagare, essendo stati chiesti per fare un ‘test allergico’. Ora, dopo una causa, il
tribunale del lavoro di Firenze reintegra la stessa dipendente nel posto di lavoro e condanna Unicoop a pagarle 12 mensilità, alle spese legali oltre che alla rivalutazione ed interessi. La
vicenda è resa nota dal sindacato di base Usb che la ricostruisce in un comunicato stampa.
Dopo che il cliente fece richiesta di due gamberetti per prove allergiche, spiega la sigla di base, “la lavoratrice li chiude in una busta scrivendoci sopra a penna ‘per test allergico’, senza prezzare la merce. Lo aveva già fatto in passato su ordine della vecchia capo reparto”, peraltro “la bilancia quasi non rileva il peso” dei gamberetti e su questo
“sarà poi fatta successivamente una prova”. Del fatto poi “viene a conoscenza la dirigenza del supermercato Coop di via Carlo Del Prete e la lavoratrice viene messa in croce, fino ad arrivare al licenziamento che verrà comunicato alla dipendente, la vigilia di natale del 2019”.

La commessa rimane a casa senza lavoro, sola con due figlie piccole, tra l’incredulità dei colleghi che si rivolgono alla sigla Usb, quindi il licenziamento viene impugnato. C’è un
processo e adesso la sentenza del giudice Vincenzo Nuvoli ordina alla Unicoop la reintegrazione dell’addetta alle vendite.
Usb sottolinea che la decisione del giudice rende “dignità e rispetto” alla lavoratrice, “dignità per le proprie figlie e per se stessa” e fa notare che il giudice è lo stesso che a suo
tempo “aveva condannato Unicoop Firenze per il nuovo regolamento aziendale inerente alla procedura di vestizione e svestizione il ‘tempo tuta’” riguardo a dover considerare il conteggio temporale necessario per questa operazione nell’orario del turno
di lavoro.

“In merito alla lavoratrice del punto vendita di via Carlo del Prete a Firenze licenziata per giusta causa dispiace rilevare la ricostruzione non veritiera che viene fatta rispetto ad una reazione doverosa della cooperativa verso una propria dipendente che ha violato i suoi fondamentali obblighi lavorativi, tanto da non rendere possibile la prosecuzione del rapporto di lavoro”. Lo riporta una nota diffusa da Unicoop Firenze sulla vicenda

“In questa vicenda – prosegue la nota -, tra l’altro ancora aperta da un punto di vista processuale, la dipendente non ha rispettato la normativa in materia di igiene e sicurezza alimentare, contravvenendo inspiegabilmente alle regole in materia di tracciabilità degli alimenti e di corretta informazione ai consumatori, di conseguenza mettendo a rischio la salute e l’incolumità dei clienti. La Cooperativa è doverosamente intervenuta per garantire uno dei valori posti a fondamento della sua missione ossia la tutela della salute e sicurezza di consumatori, soci e clienti che quotidianamente riconoscono in Unicoop Firenze una garanzia di serietà, trasparenza e qualità, ritenendo di conseguenza non più affidabile tale lavoratrice”.

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