Sab 2 Nov 2024
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ToscanaCronacaUnifi: ’stop bando Maeci'  200 prof e dipendenti scrivono lettera a rettrice

Unifi: ’stop bando Maeci’  200 prof e dipendenti scrivono lettera a rettrice

Oltre 200 tra docenti, assegnisti, dottorandi e tecnici-amministrativi dell’Università di Firenze hanno sottoscritto una lettera-appello per chiedere ai propri rappresentanti “di non aderire al bando di cooperazione industriale, scientifica e tecnologica tra Italia e Israele pubblicato dal Maeci”.

Nella lettera si fa riferimento alla protesta nazionale in corso contro il bando “che ha raccolto la sottoscrizione di quasi 2.000 accademici italiani e richiamato le istituzioni italiane al proprio obbligo di prevenire e di non essere complici in atti di genocidio secondo la Convenzione Onu del 1948, oltre che al precedente del Senato Accademico dell’Università di Torino, che ha giudicato non opportuna la partecipazione al bando Maeci, visto il protrarsi della situazione di guerra a Gaza”.

Nella lettera-appello i firmatari chiedono a rettrice, componenti del Senato accademico e Cda dell’Ateneo fiorentino di seguire l’esempio di Torino, per “non abdicare ai fondamentali valori di umanità e solidarietà di fronte ad una strage ripugnante che si sta svolgendo, giorno dopo giorno, proprio sotto i nostri occhi”. Serve, è scritto nella lettera, un “‘segnale forte di dissenso’ contro le politiche di Israele, convintamente sostenute dal Governo italiano, ‘per evitare un’escalation che rischia di essere senza ritorno’, e ‘contro la follia della guerra’”.

Per lo stesso motivo i firmatari  della lettera invitano i propri colleghi a “opporsi all’approvazione di eventuali progetti redatti in risposta al bando Maeci nei propri dipartimenti”. I firmatari concludono affidandosi alla sensibilità dei propri rappresentanti, dicendosi certi “che le loro parole saranno prese in seria considerazione anche se al momento la missiva non ha ancora ricevuto una risposta ufficiale. I firmatari hanno preannunciato ulteriori iniziative nel prossimo futuro per ottenere risposta alle proprie istanze e per mantenere alta l’attenzione sul massacro di Gaza.

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