Per la terza volta UniFi finisce sotto la lente di ingrandimento per un’inchiesta della digos di Catania, denominata “Università bandita”, sui concorsi truccati all’interno dell’università.
Nel procedimento, delegato dai magistrati alla polizia e agli agenti della digos, sono stati iscritti complessivamente nel registro degli indagati 40 professori. Oltre a quelli di Firenze e di Catania, i docenti sono appartenenti agli atenei di Bologna, Cagliari, Catanzaro, Chieti-Pescara, Messina, Milano, Napoli, Padova, Roma, Trieste, Venezia e Verona.
Da quanto è emerso dalle indagini, tutti i concorsi sarebbero stati organizzati prima, sulla base del vincitore: il bando sarebbe stato costruito ad hoc attorno al vincitore, le pubblicazioni sarebbero stata stabilite in base a quelle che lui aveva e l’ordine di chiamata sarebbe stato deciso in base alla possibilità di avere una persona invece che un’altra. Si sarebbero inoltre creati finti eventi culturali per poter pagare le trasferte ai commissari.
In un colloquio intercettato dagli investigatori un presidente di una commissione di concorso ed il capo di un dipartimento, in presenza del vincitore designato, avrebbero chiamato una persona che aveva presentato la domanda convincendola a revocarla. Man mano che gli investigatori controllavano i concorsi, non sono riusciti a trovare uno solo svolto con criteri meritocratici. L’unica volta in cui il soggetto più meritevole stava vincendo un concorso, la commissione sarebbe stata ‘richiamata all’ordine’ dal rettore, che avrebbe imposto invece una modifica del concorso per far vincere chi era stato precedentemente designato.
L’inchiesta della digos di Catania è la terza che coinvolge l’Ateneo fiorentino, dopo le due avviate dalla procura del capoluogo toscano: la prima in ordine di tempo è quella sui presunti concorsi truccati relativi alle abilitazioni in diritto tributario, che nel 2017 portò a sette arresti e all’interdizione dalle università per 22 docenti, mentre l’altra, più recente, ha sconvolto la facoltà di medicina di Firenze, ipotizzando presunte turbative nella programmazione dei concorsi per prof e ricercatori.
Per quanto riguarda il diritto tributario, sono oltre 40 i docenti e ricercatori per i quali il pm Paolo Barlucchi ha chiesto il rinvio a giudizio. L’udienza preliminare è prevista per i primi di settembre. Le accuse contestate, a vario titolo, sono quelle di induzione indebita a dare o promettere utilità, corruzione, turbata libertà del procedimento di scelta, abuso d’ufficio, frode in pubbliche forniture e truffa. Tra i nomi più in vista anche quello dell’ex ministro Augusto Fantozzi, che venne interdetto dalla docenza universitaria per nove mesi, provvedimento poi revocato dal tribunale del riesame su ricorso del suo difensore, avvocato Nino D’Avirro.
Ancora aperta invece l’inchiesta sulla facoltà di medicina, coordinata dal pm Tommaso Coletta. Le indagini, partite nel 2017, avrebbero messo in evidenza, irregolarità nella programmazione dei concorsi e in una procedura concorsuale per l’individuazione di un professore associato.