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Università, gravi i tagli agli Atenei toscani, a farne le spese è la ricerca

Il Ministero dell’Università e della ricerca taglia pesantemente i fondi agli Atenei toscani. L’allarme dei Rettori di Firenze, Pisa e Siena: a farne le spese, il funzionamento delle nostre Università e la ricerca.

Poi dice che uno scappa all’estero. Quanta retorica sull’eccellenza della nostra ricerca, sull’importanza di impedire la fuga di cervelli e il costo che questo fenomeno rappresenta per il paese. Poi gli Atenei si ritrovano a fare i conti. E i conti non tornano. Il Ministero dell’Università e della ricerca taglia, rispetto allo scorso anno, il 2,70% a Firenze, il 2,93% a Pisa e il 3,15% a Siena. Una catastrofe, soprattutto perché si va ad incidere su una situazione già in sofferenza da anni. Ma le cose sono anche peggiori di come possano sembrare. Lo spiega bene la Rettrice Unifi quando puntualizza che “nei Fondi di finanziamento ordinario vengono ricompensati anche fondi dell’anno precedente”. Stiamo parlando di fondi relativi al piano straordinario per le assunzioni, al piano di valorizzazione del personale e al parziale adeguamento degli scatti degli stipendi. Il taglio reale per Firenze ammonta dunque al 7%, quello di Pisa all’8% (16 milioni e mezzo in meno), Siena perderà 3,6 milioni di euro. La cosa ci pone in fondo ai paesi europei, impedisce ancora di più il ricambio dei docenti – quelli che vanno in pensione non vengono rimpiazzati – mette in discussione il funzionamento degli Atenei, le loro iniziative, le loro possibilità di azione. E a chi dice che si sono i soldi del PNRR i Rettori ricordano che sono legati a progetti specifici, non certo al pagamento degli stipendi. A farne le spese sarà la nostra (eccellente) ricerca, anche questa già in sofferenza. Poi dice che uno scappa all’estero.

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