L’appello del collettivo del polo Universitario di Sesto F.no contro un accordo definito “assurdo” che “a favore di un ente privato che poco ha a che fare con la nostra Istituzione, ma che, anzi, in più occasioni ha dimostrato di voler interferire con le attività di ricerca minando al principio di laicità dello Stato”
Di seguito l’appello diffuso dal collettivo.
Alla gentile attenzione di tutto il personale Unifi, in particolare dei membri del CDA e del Magnifico Rettore,
In data 21 dicembre 2017, il CDA del nostro Ateneo ha approvato un accordo quadri laterale che prevede la vendita di terreni situati all’interno del Polo Scientifico a favore dell’Arcidiocesi fiorentina. Questo accordo è stato rivendicato dal nostro Rettore in più sedi, segno che la decisione sia stata presa con assoluta consapevolezza.
Siamo studentesse e studenti dell’Unifi, molti di noi trascorrono gran parte del loro tempo all’interno delle sedi universitarie del Polo di Sesto Fiorentino; siamo tutti preoccupati per il futuro di questo luogo e siamo amareggiati e delusi dalle decisioni che l’Amministrazione universitaria, nel suo insieme, sta assumendo nell’ultimo periodo.
Dopo anni di attacchi durissimi da parte dei Governi nazionali, che non solo hanno depauperato l’ Università pubblica ma ne hanno anche sminuito il valore sociale, nonostante ormai sembriamo esserci rassegnati a tutto questo, oggi ci sentiamo traditi da quanti avrebbero dovuto, invece, invertire la rotta.
La situazione del Polo scientifico è diventata emblematica: siamo esiliati fisicamente in una periferia remota difficilmente raggiungibile senza mezzi propri e soffriamo della mancanza dei più elementari servizi dei quali necessita una struttura universitaria ( fino a poco fa non avevamo nemmeno una mensa raggiungibile a piedi).
A tutto questo pochi anni fa si è aggiunto il maxi progetto del nuovo aeroporto fiorentino che comprometterebbe la sopravvivenza stessa di questo luogo.
È evidente che le priorità delle amministrazioni locali siano ben altre rispetto a quelle di investire in formazione e ricerca, si preferisce proporre mirabolanti progetti infrastrutturali che finiranno solo per riempire le tasche di qualcuno.
Purtroppo il nostro Ateneo non sembra avere la volontà di opporsi a tutto questo, anzi, finisce per contribuire attivamente a questa deriva proponendo, oggi, questo assurdo accordo che prevede la vendita di terreni in mano all’Università a favore di un ente privato che poco ha a che fare con la nostra Istituzione, ma che, anzi, in più occasioni ha dimostrato di voler interferire con le attività di ricerca minando al principio di laicità dello Stato.
Riteniamo particolarmente grave il fatto che nessuno abbia ritenuto necessario non solo consultarci ma nemmeno informarci delle decisioni prese.
Chiediamo che, per quanto possibile, si faccia marcia indietro sulle decisioni prese in merito.
Auspichiamo anche che i soggetti interessati da questo documento possano prenderlo come spunto per un radicale ripensamento delle politiche universitarie che riguardano tutti noi.