Il diritto all’abitare come precondizione per il diritto allo studio alla base dell’occupazione dell’edificio D5 del Polo di Novoli. Lo rivendica il Collettivo d’Ateneo come azione che fa seguito allo sgombero dello studentato abusivo che era stato creato nella zona. L’occupazione effettuata al termine del corteo di ieri partito dalla Fortezza da Basso.
Di seguito stralci del comunicato diffuso dal Collettivo in cui si chiede la presa di posizione della rettrice Petrucci.
“Noi studenti in lotta per il diritto allo studio riteniamo che l’occupazione sia uno strumento politico che, nel caso dell’università , è finalizzato non solo a riprendere un luogo che è anche di chi ci studia, ma ad avere il peso che ci spetta all’interno degli atenei come loro componente integrante e fondamentale. In quanto tale noi rifiutiamo la piega e il ruolo non soltanto dell’università , ma dell’intero settore dell’istruzione.
Lo sgombero dello studentato autogestito pdm 27, punto di inizio della nostra mobilitazione, è stato un atto repressivo che si inserisce non solo in una tendenza sempre maggiore della criminalizzazione del dissenso, ma anche un attacco vero e proprio al diritto allo studio. Sia a livello locale che nazionale, su noi studenti e studentesse stanno venendo scaricate le conseguenze di trent’anni di riforme peggiorative, di tagli all’istruzione, di aziendalizzazione e militarizzazione di scuole e atenei”.
“Il classismo mai scomparso nelle istituzioni universitarie si è aggravato con la crisi abitativa e il caro vita, impedendo a sempre più persone di poter davvero, concretamente, intraprendere un percorso di studio. Mentre tutto intorno a noi vengono costruiti studentati di lusso per i ricchi, alla stragrande maggioranza dei fuori sede delle fasce economiche basse e medio-basse viene negato un posto alloggio. Una situazione endemica in tutte le città universitarie, compresa Firenze. In sostanza ci lasciano per strada, come è successo con lo sgombero dello studentato autogestito, senza il quale centinaia di studentesse e studenti non avrebbero potuto studiare e laurearsi”.
“Lo studio è un diritto che dovrebbe essere realmente garantito a tutte e tutti, ma a conti fatti solo ad un ristretto numero di universitari viene data questa possibilità , al costo di ammazzarsi (alle volte letteralmente, purtroppo)  di studio per essere all’altezza dei criteri di merito e produttività dei vari atenei, che ormai seguono principalmente gli interessi di chi ci vuole forza-lavoro da sfruttare per i suoi profitti. Non siamo disposti ad accettare questo modello di università , sempre più estranea a noi studenti, visto come ci vieta di viverci gli spazi universitari al di fuori della dinamica lezione-studio-esame, visto come ci viene somministrata la loro didattica atta solo a riprodurre l’ideologia dominante e come la ricerca ci viene strappata di mano e svenduta agli sfruttatori e ai guerrafondai. Queste sono le ragioni per cui, alla conclusione del nostro corteo, abbiamo deciso di riprenderci l’università ”.
“Per tutta la prossima settimana abbiamo preparato un programma di attività culturali e ludiche dedicato a tutte e tutti (nelle nostre pagine collettivo_ateneo_firenze , studentatoautogestitopdm27 si possono trovare maggiori informazioni). Inoltre, durante l’occupazione, non verrà bloccata la didattica regolare e, anzi, incoraggiamo i docenti a svolgere le loro lezioni all’interno del D5 così da prendere posizione a favore dei bisogni degli studenti e non creare disagi a chi sta mandando avanti i propri percorsi di studio.
Pertanto richiediamo la presa di posizione della rettrice rispetto allo sgombero e alle misure repressive emesse verso i suoi studenti, come i fogli di via, che di fatto esiliandoli dalla città non gli permette di studiare. Inoltre, richiediamo che faccia pressione alla Regione e all’ARDSU per un tavolo sul diritto allo studio”.
Collettivo d’Ateneo di Firenze