
In occasione della Giornata mondiale della salute e sicurezza sul lavoro, la USB ha organizzato un presidioi di frinte all’ispettorato sul lavoro in v.le Lavagnini a Firenze. Il 1 maggio corteo da via Mariti, in ricordo del crollo del 14 febbraio 2024 che fece 5 vittime.
“Lo Stato Italiano e l’Unione Europea decidono di investire in armi e non nei servizi di cui hanno bisogno i cittadini e i lavoratori”. Nell’ambito della Giornata mondiale della salute e sicurezza sul lavoro, e nel giorno dell’ennesima vittima sul lavoro in Toscana, la USB ha organizzato un presidio di fronte all’ispettorato del lavoro in V.le Lavagnini a Firenze.
Una iniziativa di carattere nazionale, con le varie realtà locali che hanno scelto una vertenza ‘simbolo’ per testimoniare il decadimento dei diritti dei lavoratori, sempre più erosi, a fronte di un aumento della insicurezza e della precarietà. A Firenze, Usb ha scelto di puntare l’attenzione sui lavoratori di RFI.
“Dopo che l’azienda RFI ha deciso di cambiare l’orario di lavoro al personale della manutenzione si sono palesate ancora di più le criticità che devono affrontare i lavoratori.
Come O.S. abbiamo da tempo segnalato all’Ispettorato del Lavoro le problematiche che si sono create con il cambio di orario, ma fino ad oggi non siamo stati convocati per fare chiarezza” dicono i rappresnetanti di USB.
In particolare l’attenzione è puntata sul fatto che “non viene rispettato il riposo minimo settimanale” che ” fra un riposo ed un altro ci sono 11 giorni di calendario” e ancora, denuncia USB ” la prestazione notturna inizia alle 22 del giorno di riposo, vengono sistematicamente comandate lavorazioni fuori dal proprio nucleo manutentivo, gli orari di interruzione si protraggono oltre l’orario di lavoro, viene interpretato arbitrariamente l’art. 30 paragrafo 2 (ferie estive), * non vengono garantiti i permessi ferie frazionati a ore”.
“Queste sono le principali problematiche, ma c’è tanto ancora da discutere e soprattutto da risolvere” conclude l’unione Sindaccale di Base, ” dal momento che è già troppo tempo ormai che i lavoratori della manutenzione sono prigionieri di un’azienda che, dopo l’accordo del 10 gennaio, pensa di poter applicare il CCNL e i vari accordi esclusivamente a proprio piacimento, con la minaccia di sanzioni verso il lavoratore che non esegua quanto l’azienda impone” .