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🎧 Vaccinazione in azienda: si parte a maggio

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REITHERA AZIENDA BIOTECH CASTEL ROMANO DOVE SI SPERIMENTA IL VACCINO ANTI COVID-19 © Imagoeconomica

 

Dopo un lungo confronto durato oltre 7 ore, sindacati e imprese – con l’avallo dei ministri Andrea Orlando (Lavoro) e Roberto Speranza (Salute) e il supporto dell’Inail – hanno chiuso un accordo che consentirà a tutte le imprese, a prescindere dalle dimensioni, di vaccinare i dipendenti che vorranno farlo. Intervista con LUIGI PINO, presidente confapi Toscana

 

Il canale aziendale sarà parallelo e non alternativo alla rete di vaccinazione ordinaria. E non si tradurrà in norme vincolanti: adesione volontaria di aziende e lavoratori. Tutte le imprese possono candidarsi, non c’è alcun requisito minimo di dipendenti e il vaccino sarà offerto a tutti i lavoratori a prescindere dalla tipologia di contratto.

Si parte a maggio. Le imprese più piccole possono accordarsi con quelle più grandi o appoggiarsi alle strutture dell’Inail. Ruolo chiave per i medici aziendali.

Se la vaccinazione cade in orario di lavoro, il tempo necessario sarà equiparato a tutti gli effetti a orario di lavoro. Mentre conteranno come malattia i giorni successivi, necessari a smaltire eventuali effetti avversi. I costi per il piano vaccinale – spazi, logistica – sono a carico dell’azienda.

Si potrà fare ricorso al medico aziendale o in alternativa a strutture sanitarie in possesso dei requisiti per la vaccinazione o ancora a strutture Inail. Sarà predisposta adeguata formazione su piattaforma Inail per i medici coinvolti nelle vaccinazioni.

La partenza a maggio garantisce il superamento del criterio per fasce d’età, allorquando gli over 70 dovrebbero essere – negli auspici del governo – già tutti in sicurezza.

“Essendo stata Confapi la prima a muoversi, nei mesi scorsi abbiamo già raccolto le adesioni delle aziende del nostro territorio” spiega Luigi Pino, Presidente Confapi Toscana, associazione delle piccole e medie imprese. E continua con un aggiornamento “dopo la firma del protocollo, si è tenuta la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome. Adesso siamo in attesa dell’emanazione delle indicazioni ad interim da parte dell’Inail. A fronte di quelle, la Regione sottoscriverà un protocollo specifico per la Toscana.”

Nel protocollo sono presenti indicazioni più dettagliate riguardo le modalità di accesso ai vaccini: le aziende predispongono un piano aziendale all’Azienda Sanitaria di riferimento specificando il numero di vaccini richiesti per i propri lavoratori, in modo da consentire all’Azienda Sanitaria la programmazione dell’attività di distribuzione. La somministrazione del vaccino «è riservata ad operatori sanitari» e viene eseguita «in locali idonei».

“Le aziende aderenti stanno continuando ad aumentare” afferma il Presidente Pino, che conclude “è il segno che le nostre imprese hanno capito quanto questa iniziativa possa aiutarle. Noi stiamo continuando a raccoglierle e stiamo predisponendo l’organizzazione territoriale in maniera ottimale. Nessuno, comunque, riuscirà ad essere operativo prima di maggio inoltrato, a causa dell’evidente scarsità di vaccini”.

 

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