Mancano pochi giorni in Toscana al via della vendemmia 2018 che vede secondo le stime di Coldiretti una produzione complessivamente in aumento tra 10% e il 20% con circa, a livello nazionale, 46/47 milioni di ettolitri rispetto ai 40 milioni dello scorso anno, che per la grave siccità è stata tra le più scarse dal dopoguerra. La novità di quest’anno è il ritorno dei voucher in agricoltura dopo l’approvazione definitiva del D.L.Dignità che assicurano posti di lavoro occasionali per la raccolta delle uve di studenti, disoccupati, cassintegrati e pensionati.
La vendemmia del 2018 per effetto delle piogge che hanno caratterizzato la primavera e l’inizio dell’estate si allunga con un ritardo di circa una settimana rispetto allo scorso anno. “Con il ritorno dei voucher in agricoltura – dice Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana – si riaffermano i principi originari senza gli abusi che si sono verificati in altri settori e si assicura al settore uno strumento che semplifichi, sia agile e flessibile rispondendo soprattutto ad un criterio di tempestività, necessaria ad una attività condizionata dall’andamento stagionale.”
Le province toscane dove sono stati venduti nel 2016 i 143.392 voucher destinati al settore sono quelle a forte vocazione vitivinicola ed olivicola: in testa Siena con 42.447 voucher, pari al 29%, seguita da Firenze con 30.089 voucher, pari al 20%, distaccata Arezzo con 18.555 voucher, che rappresentano il 12%.
“Ora però – mette in evidenza Antonio De Concilio, direttore Coldiretti Toscana – occorre fare prestissimo per adeguare la procedura Inps affinché le novità sui voucher tanto attese dalle imprese viticole siano immediatamente disponibili ed evitare che la burocrazia rallenti o addirittura vanifichi gli sforzi fatti dal Governo e dal Parlamento. L’esperienza toscana conferma come i voucher – continua De Concilio – non sottraggono lavoro, ma ne liberano altro a cui altrimenti le imprese avrebbero rinunciato, spesso insieme alla raccolta del prodotto.”.
“I voucher tornano in agricoltura – precisa De Concilio – con principi che li ancorano saldamente alla remunerazione del lavoro stagionale di disoccupati, cassintegrati, pensionati e giovani studenti under 25 che non siano stati operai agricoli l’anno precedente. Possono utilizzare i voucher le imprese agricole con non più di 5 dipendenti e per un massimo di 10 giorni. Ogni lavoratore può riscuotere al massimo 5000 euro l’anno e 2500 euro dallo stesso datore di lavoro. Da quest’anno i voucher, che nel settore agricolo sono commisurati alla retribuzione oraria delle prestazioni stabilite dal CCNL di categoria, non si acquistano più in tabaccheria, ma si possono solo attivare attraverso il sito Inps. Gli uffici di Coldiretti presenti sul territorio – conclude De Concilio – sono a disposizione delle imprese agricole che intendono utilizzarli”.