Gli assassini del ventenne trovato in una valigia a Modena “hanno detto di non sapere l’italiano. Nessuna collaborazione da parte dei genitori”
Tre sono stati fermati direttamente nelle loro abitazioni, uno in un Internet Point di Prato, mentre giocava online a un videogame, l’ultimo si è costituito direttamente alla questura toscana (e per questo non è stato necessario il fermo di pg, è indagato a piede libero). Da ieri sera tutti e cinque i presunti autori dell’omicidio del ventenne cinese Leo, avvenuto sabato a Modena, sono stati individuati. Hanno tra i 16 ed i 17 anni. Ad annunciarlo è stato direttamente il capo della squadra mobile, vice questore aggiunto Marcello Castello, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta questa mattina a Modena. Indagini lampo che “sono state eseguite con il metodo tradizionale – spiega Castello -, ovvero attraverso le immagini delle telecamere in zona e le celle telefoniche”.
Indagini che, peraltro, si muovono in un contesto molto particolare, spiega Castello: “Tutti e cinque hanno detto di non sapere l’italiano, ma noi crediamo il contrario. Sono tutti minorenni e si sono dimostrati assolutamente impassibili. Così come i genitori, che non sono stati minimamente collaborativi”. Il movente al momento appare soltanto uno: “Dalle dichiarazioni rese dal primo fermato, pare che la spedizione punitiva sia avvenuta per le fotografie particolari che la vittima aveva sul cellulare, foto che ritraevano appunto uno dei minorenni, di diciassette anni”.
“Come legale del dottor Andrea Giberti chiedo agli organi di informazione sensibilità e delicatezza per un crimine atroce su cui la Magistratura sta in queste ore indagando e che ha già portato a cinque arresti. La violenza omicida che ha colpito un giovane come Hu Congliang è frutto di una cultura che non mette al centro la persona come valore e che finisce per sottrarre umanità anche a giovani minorenni. È questo un momento di profondo dolore personale per il mio assistito che richiede silenzio”.
E’ la richiesta, in una dichiarazione, dell’avvocato Andrea Speranzoni, legale del compagno della madre del ventenne assassinato. “La violenza brutale e fredda che ha spezzato una giovane vita – continua – va combattuta anche con gli strumenti della riflessione e della cultura, non aiutate da nessuna forma di spettacolarizzazione. Il lavoro degli investigatori sta proseguendo e nutriamo grande fiducia a che si faccia piena chiarezza sui fatti”.