Pistoia, il Comune ha dichiarato inagibili gli spazi adibiti all’accoglienza del centro di Vicofaro.
Monsignor Fausto Tardelli, vescovo di Pistoia, risponde in una nota su quanto deciso dall’amministrazione. “Occorre essere chiari sulla gestione della situazione di Vicofaro: le controparti istituzionali del territorio sanno benissimo che la diocesi di Pistoia si è mossa da tempo per collaborare ad una positiva risoluzione della situazione, nel pieno rispetto innanzitutto della dignitĂ umana delle persone che sono presenti nella parrocchia e per poter garantire loro una reale integrazione”.
“Coloro che vengono accolti a Vicofaro – prosegue Tardelli – non possono essere messi su una strada. Se chiedono un rifugio a Vicofaro, significa che non trovano di meglio e che le istituzioni si sono dimenticate di loro, che pure sono presenti nel territorio nazionale a causa di leggi dello Stato quanto meno inefficaci. La presenza poi di minori o di persone fragili dal punto di vista psicologico, interpella le istituzioni e l’intera societĂ perchĂ© si individuino urgentemente risposte concrete e adeguate”.
Il vescovo, ricordando l’ordinanza del presidente della Regione Toscana numero 88 del 2020, ribadisce che “non si può attribuire alla Chiesa il compito di risolvere un problema che è dell’intera societĂ e delle istituzioni”. Per monsignor Tardelli “la Chiesa fa quel che può attraverso le parrocchie, i sacerdoti e i laici ma la risposta ai problemi evidenziatisi a Vicofaro deve essere pubblica. Vicofaro non è la causa bensì l’effetto di una situazione umana inaccettabile dentro il territorio nazionale. Il disagio dei cittadini residenti nella zona è certamente un fatto di cui non si può non tener conto. La soluzione però, che rispetti comunque la dignitĂ di ogni persona in gioco, va cercata dalla societĂ civile nel suo insieme e dalle istituzioni in particolare”.
“Chiediamo pertanto a gran voce questo impegno da parte di tutti – conclude Tardelli – e tale richiesta siamo costretti a rivolgerla ancora una volta alle istituzioni, nell’interesse dell’intera comunitĂ e insieme, di persone giĂ in difficoltĂ , che altro non chiedono che essere trattati come esseri umani”.