I lavoratori denunciano di essere senza stipendio. La ditta lavorava in via Mariti e non è coinvolta nell’incidente
Hanno brevemente bloccato il passaggio della auto da via Ponte di Mezzo, perché, secondo la ricostruzione fornita alla stampa da Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil, l’azienda subappaltatrice, che si chiama Ancora, ancora non avrebbe ricevuto il pagamento delle fatture di gennaio e febbraio dalla società appaltatrice Aep. Per questo motivo un gruppo di quaranta lavoratori di un’azienda del subappalto del cantiere del supermercato Esselunga di via Mariti ha inscenato questa mattina un presidio di protesta denuncioando il fatto che non gli sia stato pagato lo stipendio di febbraio.
Né Ancora, attiva nel cantiere per lavori di carpenteria, né i suoi 40 operai italiani, egiziani e indiani su Firenze, assunti col Ccnl edile secondo quanto riferito dai sindacati, sono coinvolti nel grave incidente del 16 febbraio, in seguito al quale i lavori sono stati bloccati e il cantiere è stato posto sotto sequestro.
“Siamo esseri umani anche noi – ha affermato Jagjeet Singh, operaio, un di quelli che ha inscenato il presidio di protesta -, è sbagliato nei nostri confronti farci aspettare tutto questo tempo per i soldi che ci spettano, noi fino all’ultimo giorno del cantiere abbiamo lavorato come si lavora sempre”.
Il 16 febbraio scorso, alle 8.52 di mattina, un crollo nel cantiere del nuovo supermercato Esselunga, nell’area dell’ex Panificio Militare a Firenze, costatò la vita a cinque operai: Luigi Coclite, residente a Collesalvetti (Livorno), nella frazione di Vicarello. Era originario dell’Abruzzo e lavorava per una azienda nel pisano, il primo ad essere ritrovato. Taoufik Haidar, 43 anni, dalla scorsa estate viveva a Chiuduno, in provincia di Bergamo, dopo aver vissuto per diversi anni a Palazzolo sull’Oglio, comune in provincia di Brescia al confine con la provincia bergamasca. Mohamed El Ferhane, marocchino di 24 anni e Mohamed Toukabri, tunisino di 54 anni, erano entrambi residenti a Palazzuolo sull’Oglio, così come il 56enne marocchino Bouzekri Rahimi, l’ultimo disperso ritrovato sotto le macerie. Dalle indagini emerge anche che alcuni di loro erano irregolari sul territorio italiano.