Lo scrive, in una nota, Italia Nostra a proposito dei due concerti di Jovanotti in programma il 2 e 3 settembre a Viareggio (Lucca). Secondo Italia Nostra “il colossale evento del Jova Beach rischia di cancellare” tutto il patrimonio ambientale. Nei giorni scorsi il cantante aveva tuonato contro gli ‘econazisti’
Chiediamo con urgenza l’attenzione e l’intervento delle autorità competenti perché vietino la manifestazione in oggetto. O, se non altro, impongano con la massima fermezza che le dune presenti; in loco; non vengano indiscriminatamente spianate durante l’allestimento” Lo scrive, in una nota, Italia Nostra a proposito dei due concerti di Jovanotti in programma il 2 e 3 settembre a Viareggio (Lucca).
“La località, la spiaggia del cosiddetto ‘Muratore’, per il concerto di Jovanotti a Viareggio non è compatibile con i princìpi di tutela ambientale che oltretutto l’iniziativa del Jova Beach Party pretende di voler difendere. Spontaneamente la natura in quest’angolo sta preparando un habitat propizio per moltissime specie viventi, alcune delle quali pesantemente minacciate” dice Italia Nostra.
Secondo l’associazione “il colossale evento del Jova Beach rischia di cancellare tutto questo patrimonio”.
“Già nel 2019 .conclude Italia Nostra- si era svolta qui la prima edizione, e già nel 2019 le associazioni ambientaliste avevano espresso le loro forti perplessità: ma oggi il valore ambientale di questa zona si è ulteriormente accresciuto, e proporzionalmente è cresciuta l’inopportunità di stravolgerla. “.
proprio neio giorni scorsi Jovannotti, già in passatto oggetto di polemiche, aveva tuonato contro quelli che lui definisce ‘econazisti’.
“L’altro giorno ho chiamato ‘econazisti’ quei mitomani pericolosi che polarizzano violentemente la grande questione dell’ecologia dentro a piccoli brand personali non accreditati se non da loro stessi e dai like rimediati a vanvera. Li ho chiamati econazisti perché essi lo sono”: Si apre così il lungo post con cui Jovanotti su Facebook risponde al professor Mario Tozzi, geologo e divulgatore scientifico, che in una lettera aperta indirizzata proprio a Lorenzo Cherubini, e pubblicata ieri sul quotidiano La Stampa, sostiene che i “concerti con 50mila persone non sono sostenibili da alcun sistema naturale”.