L’avvocato Francesco Bevacqua, a proposito dell’incidente ferroviario che causò 32 morti nel 2009 a Viareggio, ha dichiarato che “sono emersi due tipi di responsabilità, l’omessa manutenzione e l’omessa valutazione del rischio”.
La strage di Viareggio “è stata una catastrofe, un rivolgimento non dettato da forze della natura, ma riconducibile alla carenza di responsabilità”. Così l’avvocato Francesco Bevacqua, per la Regione Toscana, parte civile nel processo, nel suo intervento al processo di appello per l’incidente ferroviario che il 29 giugno del 2009 causò 32 morti per l’esplosione di un vagone cisterna con gas gpl. Nel corso del processo di primo grado, ha detto ancora Bevacqua, “sono emersi due tipi di responsabilità, l’omessa manutenzione, attinente al gruppo degli imputati tedeschi, e l’omessa programmazione e valutazione del rischio, attinente agli imputati italiani”.
“Questo procedimento penale – ha proseguito – si insinua in tecnicismi che isolano piccoli difetti, che però portano un grande male”. “E’ la banalità del male – ha affermato ancora Bevacqua, citando un’affermazione fatta dall’accusa nel corso del processo di primo grado – perché anche una piccola deficienza può determinare un effetto catastrofico”.
“La Regione Toscana – ha precisato Bevacqua concludendo il suo intervento -, non è solo portatrice di pretese risarcitorie ma è essa stessa soggetto passivo del delitto. Chiedo che la Corte provveda alla liquidazione integrale”, analoga a quella richiesta nel primo grado di giudizio.
Con la prossima udienza, fissata a domani, termineranno gli interventi della parti civili. Poi inizieranno le arringhe difensive. I primi a parlare, nelle udienze del 21, 25, 26 e 28 febbraio, saranno i legali degli imputati stranieri.