Una raccolta fondi per sostenere i lavori di messa in sicurezza del centro di accoglienza di Vicofaro (Pistoia), è stata promossa dall’Assemblea permanente antirazzista antifascista.
Per i rappresentanti dell’Assemblea è ”molto incerta la sorte dei dieci ospiti italiani senza fissa dimora e delle circa 80 ragazze e ragazzi accolti al di fuori dei progetti ufficiali di accoglienza”. “Che fine faranno? Chi si prenderà cura di loro? Le istituzioni sono pronte a farsi carico di questa umanità disperata, prodotta delle pessime leggi italiane (Bossi-Fini e Minniti-Orlando)? Saranno così tenacemente ciniche e ingiuste da distruggere le mille relazioni di sicurezza, di affetto, di umani sentimenti che si sono maturate nella ospitale comunità di Vicofaro?”, scrivono in una nota.
La raccolta si rivolge a tutti coloro che vorranno dare una mano a salvare un’esperienza generosa, anomala e proprio per questo non tollerata, cui si preferisce un’accoglienza a bassa intensità, che non disturbi né i poteri consolidati né le buone coscienze avvolte nell’indifferenza”, spiegano.
“Nonostante le offensive del potere – che hanno avuto, a livello nazionale, un”ultima vergognosa manifestazione con la vicenda della nave Diciotti – ci sentiamo rafforzati dal sostegno di tante realtà antirazziste e di numerosi cittadini, che, accorsi da tutta la Toscana, anche ieri hanno sentito il bisogno di essere presenti a Vicofaro, in una bellissima e affollata assemblea tenutasi a un anno dalla provocazione di Forza Nuova – conclude la nota -. L’Assemblea permanente antifascista antirazzista Vicofaro/Pistoia continuerà a sostenere l”accoglienza di tutte e di tutti senza chiedere i documenti: semplicemente perché persone. Continueremo, in totale autonomia rispetto a partiti e/o sindacati che hanno preso o prenderanno analoghe iniziative, a portare avanti sul territorio, in particolare a sostegno della scelta di don Massimo, un percorso politico sull’accoglienza, sui diritti dei migranti e contro le politiche neo-colonialiste dell’Europa (compresa l”Italia), vere responsabili delle migrazioni”.