“Tempi duri per il prete che ama circondarsi di clandestini africani” tweetta il ministro degli interni. “Quasi una rivendicazione…” ribatte il presidente della giunta regionale
“Tempi duri per il prete che ama circondarsi di clandestini africani, ancora un po” e la canonica scoppiava” sono passate da poco le 13 quando il ministro dell”Interno, Matteo Salvini, lancia il suo cinguettio commentando la notizia della chiusura del centro di accoglienza di Vicofaro. A Salvini, in perfetta consonanza, gli fanno eco , quelli di Casa Pound che, attraverso le parole del portavoce pistoiese Lorenzo Berti, si dicono “ felici per la decisione della Prefettura, augurandosi che questa azione “non rimanga isolata, magari consentendo la riapertura del centro tra pochi mesi”. E chiedendo l”uscita dal progetto Sprar di accoglienza migranti, in polemica con l’amministrazione di centrodestra, evidentemente stimata come troppo molle sul fronte immigrazione.
La capogruppo in Regione Toscana di Articolo Uno-Mdp, Serena Spinelli definisce invece vile e vergognoso l’atteggiamento di Salvini, rinnova la fiducia e il sostegno a don Biancalani, e chiede “una reazione unitaria da parte della societa’ civile”.
“Il ministro dell’Interno aggiunge un altro tassello di vergogna al suo mandato” le fa eco Andrea Maestri, di Possibile. Mentre per Massimo Baldi e Marco Niccolai, consiglieri regionali Pd eletti in provincia di Pistoia “l”attivitĂ di accoglienza e di integrazione nei confronti dei migranti da parte di Don Biancalani rappresenta un”esperienza da salvaguardare e da valorizzare, in sintonia con lo spirito di apertura che sempre ha contraddistinto Pistoia e la Toscana”.
E se la Lega parla di ‘situazione non piĂą tollerabile”, il presidente della giunta regionale Toscana Enrico Rossi che stamani è andato a Vicofaro a portare la sua “vicinanza” a don Biancalani definisce ”Quasi una rivendicazione…” le parole di Salvini, ricorda di aver “giurato di rispettare la Costituzione della Repubblica e di svolgere la sua funzione nel rispetto delle leggi” .
A metĂ pomeriggio la risposta di Don Massimo: “Il centro non e’ chiuso abbiamo trasferito 12 ragazzi in un’altra parte della struttura per il rischio incendi. Ma noi continuiamo con il nostro progetto”, spiega il sacerdote. “Salvini stia tranquillo! Noi non ci fermiamo”.