Vino Chianti contraffatto venduto sul web come autentico, per una frode alimentare di portata mondiale, con un giro d’affari stimato in 200 milioni di euro. Le violazioni sono state scoperte grazie all’azienda informatica Griffeshield.
Così, in una nota, il Consorzio Vino Chianti che spiega di aver individuato 2mila venditori online, “39 etichette di WineKit, che altro non è che un preparato chimico in polvere per fare il vino in casa, e complessivamente 56.075 violazioni del marchio Chianti in sei mesi, fino a gennaio scorso”. “Le etichette – si spiega – sono invitanti, riportano la scritta made in Italy e Chianti, ma non c’è nulla di più lontano dal prodotto originale protetto dalla legislazione comunitaria”.
Le violazioni sono state scoperte grazie a Griffeshield, azienda specializzata in nuove tecnologie informatiche a supporto delle medie e grandi aziende internazionali. Il monitoraggio sul web ha portato complessivamente alla rimozione del 78% degli utilizzi impropri del marchio Chianti. Il presidente del Consorzio Vino Chianti Giovanni Busi, in merito ai controlli svolti, parla di “sforzo enorme che ci ha permesso di eliminare la stragrande maggioranza di violazioni e di frodi che danneggiano il marchio Chianti nel mondo. Un danno ingente a cui stiamo ponendo rimedio e infatti le violazioni già risultano in netto calo. Queste azioni hanno lo scopo di aumentare la pressione e quindi il rischio di incorrere in cause legali, educando la rete di vendita online a rispettare il marchio Chianti e soprattutto i diritti dei produttori dell’autentico vino Chianti. Per prevenire questo tipo di frodi abbiamo deciso di modificare il nostro disciplinare e permettere l’imbottigliamento di Chianti solo in Toscana. Si tratta di un primo passo per garantire maggiori controlli e salvaguardare la nostra denominazione”.