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Viola Park, Rombai (IN): “io tifoso, ma l’ operazione è inammissibile”

TAR

Dopo le polemiche che hanno fatto seguito alla presentazione del ricorso di Italia Nostra, che si è appellata al Capo dello Stato contro il progetto del Viola park di Bagno a Ripoli, abbiamo intervistato il presidente di IN Firenze, arch.Leonardo Rombai. Che accusa. io e la mia famiglia siamo stati fatti  oggetto di pesanti minacce.

“L’operazione del Viola Park non è ammissibile per il suo status di intervento privato e anche per la sua entità (coinvolge 22-23 ha e prevede abbondante consumo di suolo con nuovi edifici con cementificazione di ben 2 ettari,  numerosi campi sportivi di cui due con tribune, parcheggi e strade) in un’area dove per lo strumento urbanistico ancora vigente non si può costruire – è campagna fuori dal centro abitato e vincolata dalle leggi di tutela -” lo dice Leonardo Rombai, presidente di Italia Nostra Firenze che ha firmato il ricorso presentato al Capo dello stato contro il progetto.
Secondo Rombai, il Viola park è stato atuorizzato “con giochi di prestigio (tre varianti fra 2019 e 2020 che IN ritiene illegittime rispetto alla vigente legge urbanistica regionale del 2014),  purtroppo anche dalla Regione e dalla Soprintendenza” ma si tratta comunque “di un intervento privato che non rientra in alcun modo negli interessi pubblici del territorio ove si colloca. Un intervento che non valutiamo come esempio negativo, di non applicazione di belle leggi e norme (come la legge urbanistica e il piano paesaggistico della Toscana), e anche cattivo esempio per altre analoghe operazioni di speculazione sul territorio non urbano”.

Rombai denuncia di essere stato fatto oggetto di ripetute minacce  dopo che la notizia del ricorso è diventata di pubblico dominio.

“Le minacce, insieme agli insulti, sono state tantissime. Francamente me le aspettavo: avevo già sperimentato non solo i primi ma anche le seconde nel 2019 dopo il ricorso al TAR e poi al Consiglio di Stato sulla variante all’art. 13 del Regolamento Urbanistico di Firenze, addirittura per due volte dei cittadini infuriati sono venuti nella nostra sede, con brutte intenzioni. Altri insulti e minacce le ho avute io e altri amici dell’Associazione sul ricorso al doppio ponte sull’Arno e circonvallazione di Vallina, solo per rimanere ai fatti recenti. Quindi – toccando il tifo – mi aspettavo quanto sta accadendo da ieri l’altro, che è anche paradossale perché sono anch’io tifoso viola da quando avevo 10-11 anni (e immagino che capirà perché: dall’anno del primo scudetto)”.
Rombai si dice “dispiaciuto per quanto è avvenuto e sta avvenendo, ma continuo a svolgere un ruolo che ho piena consapevolezza essere doveroso per un volontario della tutela. Vorrei spiegare ai tifosi – e a tutti coloro che lo chiedono – perché abbiamo fatto il ricorso: ho cercato di scriverlo e dirlo almeno ai primi che hanno scritto o hanno chiamato, poi sono stato travolto dall’ondata di contatti, e comunque devo purtroppo verificare che i tifosi hanno sulla questione una certezza tautologica: il Viola Campus è qualcosa di straordinariamente bello e necessario, non solo alla squadra e quindi a loro, ma a tutto il territorio (Bagno a Ripoli, Firenze, la Città Metropolitana). Basta questa incrollabile fiducia e certezza. Si deve fare, indipendentemente dalle leggi e dalle norme di pianificazione. Per questo, una volta tanto esaltano le Istituzioni, a partire dal Sindaco Casini, il vero regista e demiurgo dell’operazione”.
l patrimonio culturale e della qualità della vita e della salute connesse alla qualità o meglio alle criticità del territorio. Il Sindaco Casini dovrebbe anche farsi l’esame di coscienza e chiedersi se la cosiddetta “comitatizzazione” del territorio e le opposizioni anche giuridiche di associazioni come la mia, non siano anche e soprattutto il risultato di una politica che rifugge quasi totalmente dall’ascolto dei cittadini, che non appllca leggi e intese internazionali, europee, nazionali e regionali sulla partecipazione, gabellando come tale sporadici incontri e conferenze stampa su interventi già tutto decisi come nel caso del Campus e ritenuti scelte sbagliate. I comitati – almeno quelli che si occupano di ambiente e qualità della vita – nascono proprio di fronte a tale vuoto di interesse da parte delle amministrazioni locali. Italia Nostra si è sempre dichiarata disponibile a discutere con le Amministrazioni prima e durante e anche dopo l’approvazione di piani e altri atti: sfido il Sindaco Casini a dimostrare il contrario. La realtà è che siamo ghettizzati e quando ci opponiamo a scelte sbagliate e pericolose per le materie per le quali operiamo, da volontari che si autofinanziano,  veniamo anche tacciati come talebani. Mi creda, non è un’attività facile, la nstra, ma è nel nostro DNA e cerchiamo di andare av anti.
Leonardo Rombai
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