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Mar 22 Apr 2025
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ToscanaCronacaVita indipendente, associazione per i disabili: "la Regione Toscana pone macigni"

Vita indipendente, associazione per i disabili: “la Regione Toscana pone macigni”

“La Regione Toscana pone macigni sulla vita indipendente dei disabili. Con la delibera 753 del 2024”, che contiene le linee di indirizzo regionali per la presentazione di progetti di ‘Vita Indipendente’, “la Regione complica la vita a chi ha gravi disabilità”. Lo afferma in una nota l’associazione ‘Vita indipendente’, che si batte per i diritti degli invalidi e dei loro caregiver.

 

“La Regione Toscana pone macigni sulla vita indipendente dei disabili. Con la delibera 753 del 2024″, che contiene le linee di indirizzo regionali per la presentazione di progetti di ‘Vita Indipendente’, “la Regione complica la vita a chi ha gravi disabilità”. Lo afferma in una nota l’associazione ‘Vita indipendente’, che si batte per i diritti degli invalidi e dei loro caregiver. Viene spiegato, riporta il comunicato, che il “massimale del contributo ‘Vita indipendente’ fu fissato nel 2012 ed è rimasto in vigore fino a febbraio 2025. Nonostante in tale arco di tempo i costi dell’assistenza siano aumentati di oltre 20% e la Regione abbia aumentato il massimale soltanto da 1.800 a 2.000 euro mensili, di fatto moltissimi disabili non hanno avuto nessun aumento dell’importo del contributo, oppure hanno avuto aumenti dell’1 o 2%”.
“Perciò – prosegue Vita Indipendente -, da parte della Regione Toscana non sono state tenute nella pur minima considerazione le reali necessità di assistenza personale. Il nuovo sistema di regole tratta le persone disabili come se ognuna di loro fosse una azienda. Il contributo è erogato a rimborso. Cioè: prima l’utente disabile deve anticipare di tasca propria la paga agli assistenti personali e, solo dopo aver inviato tutti i giustificativi, lo stesso utente disabile riceverà, chissà quando, il contributo assegnato”.
L’associazione ritiene “evidente che, per moltissimi disabili gravi, è impossibile anticipare la retribuzione agli assistenti personali per poi ricevere il rimborso dalla Regione, chissà quando. Tale accanimento burocratico a carico dei disabili gravi da parte della Regione è un autentico rovesciamento della Costituzione”.
Tra le richieste alla Regione “l’adeguamento dell’importo alle necessità di assistenza personale dell’utente e all’aumento avvenuto in questi anni del costo dell’assistenza personale; l’anticipo del contributo entro il giorno 25 del mese di riferimento; l’inclusione degli accantonamenti della tredicesima e Tfr nella rendicontazione; il conguaglio della rendicontazione a fine anno; la rendicontazione mensile entro tempi più lunghi dei cinque giorni richiesti ad esempio da Firenze”.