Dom 24 Nov 2024
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‘Voguing’ nella scuola durante educazione fisica, no di Fratelli d’Italia e interrogazione parlamentare contro “lezioni di ballo Lgbtqia+”

Empoli (Firenze), polemica per un progetto promosso in un liceo sul ‘Voguing’, un tipo di ballo che sarebbe “legato agli ambienti Lgbtqia+”, durante le ore di educazione fisica.

Sulla decisione di promuovere nella scuola il ‘Voguing’, come riportato dai quotidiani locali, si è espressa la deputata di Fratelli d’Italia Chiara La Porta.

La deputata ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, “per valutare se ritenga opportuno che dei ragazzi minorenni a scuola vengano costretti, in orario di lezione, a prendere parte a lezioni di ballo Lgbtqia+, che prevede sfilate e balli di gruppo invertendo i ruoli maschili e femminili, abiti compresi”.

Per Della Porta “è inaccettabile e lesivo delle libertà personali obbligare dei ragazzi minorenni a seguire un corso” del genere, e “questi tipi di progetti non sono altro che l’ennesimo tentativo di inculcare e diffondere la teoria gender nelle scuole”.

La replica della dirigente del Liceo

Per la dirigente del liceo, Valeria Alberti, “è stato sollevato un polverone per nulla. E’ stata fatta una strumentalizzazione su una nostra eccessiva trasparenza dal momento che nell’oggetto della circolare, in cui si invitavano studenti e docenti alla partecipazione, è stato inserito in una parentesi ‘ballo Lgbtqia+’. Questo solo per spiegare in quale comunità nasce il Voguing, visto che non tutti lo sanno”.

La preside precisa che “nessuno è stato obbligato a sfilare, a ballare, né a invertire i ruoli. Il progetto prevedeva che ogni alunno portasse da casa un oggetto, un cappello, un paio di occhiali, e camminasse tenendo una postura corretta. A livello educativo si tratta di una attività che aiuta i ragazzi ad accrescere la sicurezza di sé, a prendere coscienza del loro modo di muoversi“.

L’idea, aggiunge la preside, “è stata proposta solo con finalità didattiche che si sposavano con i temi dell’inclusione, della riflessione su uno spaccato che fa parte della nostra comunità. La scuola in ogni cosa è super partes, va oltre le questioni politiche e ideologiche. Tutto ciò che viene svolto in classe è per fini educativi”.

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