
I dati dall’indagine “Cittadini e vita sociale in Toscana”. L’84% dei toscani considera i volontari persone da ammirare. 2 milioni di cittadini si dichiarano disponibili a fare volontariato ma solo a determinate condizioni. Oltre 500mila coloro che già lo fanno.
Il volontariato si conferma un pilastro fondamentale della società toscana, capace anche di colmare il divario di fiducia tra cittadini e istituzioni e di rappresentare una risposta concreta ai bisogni emergenti della comunità. È quanto emerge dall’indagine realizzata da Sociometrica per Cesvot sul rapporto tra i cittadini toscani, la partecipazione civica e il terzo settore.
Sono due milioni i cittadini toscani disposti, a determinate condizioni, a intraprendere un’esperienza di volontariato, un’ attività che gode di un elevatissimo livello di fiducia (82,7%) nella nostra Regione. Dalle prime rilevazioni svolte sul tema dei volontari potenziali nel 2023, il numero è quadruplicato.
Secondo i dati raccolti, l’84,4% dei toscani considera i volontari come “persone da ammirare”, un dato in crescita rispetto al passato. Quasi un terzo della popolazione toscana 31,8% dichiara di svolgere attività di volontariato, suddiviso tra forme organizzate (17,7%) e iniziative spontanee (14,1%). In valore assoluto le persone coinvolte in forme di volontariato organizzato in Toscana sono 556.310; il 28,4% svolge volontariato regolarmente, una platea di 282.869 persone che considera l’aiuto agli altri parte della propria quotidianità. 4 toscani su dieci indicano come motivazione principale per l’impegno civico ildesiderio di contribuire al bene comune (43,9%).
Se il volontariato fiorisce, la partecipazione politica mostra segni di crisi: solo il 36% degli intervistati esprimeun giudizio positivo sulle istituzioni, con un dato ancora più basso per le aziende private (33,1%). Il 48,1%.
Tra i principali bisogni che il volontariato copre, ci sono: supporto alle persone vulnerabili (49,3%), prevenzione e salute pubblica (41,1%),povertà e emarginazione (39,9%), integrazione e inclusione sociale (26,7%), sostenibilità ambientale (20,8%),valorizzazione della cultura (16,9%).
“È necessario sviluppare modelli innovativi di integrazione tra
volontariato e istituzioni, affinché l’impegno civico diventi sempre più parte di un processo condiviso di costruzione del bene comune” spiega Luigi Paccosi presidente di Cesvot. “Viviamo un momento delicatissimo, in Toscana e in Italia – sostiene il curatore della ricerca Antonio Preiti – perché da un lato cresce la voglia di partecipare, dall’altro domina una sfiducia profonda verso ogni forma di rappresentanza collettiva. Dobbiamo credere nella spinta individuale al bene comune e trasformare questa
fiducia in organizzazioni nuove, credibili, all’altezza del presente”.
Da notare infine che il 74,5% di chi oggi non è attivo nel
volontariato, oltre due milioni di cittadini toscani, si dichiara disponibile a certe condizioni. Valore che diminuisce al 5,2%, pari a 168.832, per chi esprime una disponibilità incondizionata.
Le discriminati sono: flessibilità nella gestione del tempo (28,3%), fiducia e reputazione dell’associazione e delle persone coinvolte
(26,4%) significato e impatto dell’attività risultano determinanti per il 33,3% degli intervistati, chiarezza organizzativa di compiti e ruoli (12,3%).
NELL’AUDIO l’intervista con Antonio Preiti, curatore della ricerca