“Chi ha ruoli di responsabilità pubblica deve sottoporsi alla verifica di legalità” sul proprio operato, “tutti, quindi anche Salvini”. Lo ha detto Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, a proposito del voto sulla piattaforma Rousseau del M5s per la non procedibilità nei confronti del ministro Matteo Salvini per il caso Diciotti.
“Mi ci sono sottoposto anche io, il magistrato valutò il mio operato come corretto e rigoroso, senza andare a processo”, ha ricordato Rossi in un briefing con la stampa, riferendosi all’inchiesta giudiziaria sul buco di bilancio della Asl di Massa. “Nessuno impedisce a Salvini di perseguire i suoi obiettivi politici, ma vanno perseguiti rispettando la legge”, ha aggiunto il governatore toscano, secondo cui “non si può trasformare tutto questo in questione politica”, perché “così si getta un cono d’ombra sul funzionamento della democrazia e si finisce per screditarla. Non esistono tribunali del popolo. La democrazia pentastellata non può mortificare la democrazia rappresentativa”.
Rossi ha poi commentato anche la vicenda giudiziaria che vede coinvolti i genitori di Matteo Renzi: “Sono contrario a strumentalizzazioni politiche di questi fatti, non sarebbe
corretto”. “Io sono garantista – ha spiegato Rossi – credo che quando accadono questi fatti ci si debba sottoporre ai processi e alle procedure, difendersi: non credo ai complotti, ho fiducia nella magistratura”.