Cruel Country, dodicesimo album dei Wilco, è una fotografia amara ed appassionata degli Stati Uniti e un ritorno alle radici del folk e del contry.
Pubblicato dalla loro dBpm Records, Cruel Country è il nuovo doppio album dei Wilco. Ben ventuno tracce, per settantotto minuti, registrate integralmente live-in-studio. A tre anni di distanza da Ode to Joy, del 2019, i Wilco ritornano con un album prodotto, come il precedente, da Jeff Tweedy e da Tom Schick. L’album è nato durante il primo lockdown nello stesso periodo in cui Jeff Tweedy registrava il disco solista Love Is the King, pubblicato nell’ottobre del 2020.
Il disco è un ritorno alle radici country e folk del gruppo sempre più “ripulite” dagli elementi innovativi del retaggio “alternative”; eppure la padronanza della materia è tale che, lontano da semplici esercizi di stile, ogni brano di questo disco, tra i fantasmi di Byrds, Neil Young e Greateful Dead, suona inconfondibilmente “Wilco”.
“Amo il mio Paese, stupido e crudele”, canta nel pezzo che dà il titolo all’album, album che racconta l’alienazione sociale e politica degli Stati Uniti, le paranoie per l’immigrazione nel confine sud, un patriottismo liberale tradito per la perdita della libertà a causa del Covid in un Paese che un tempo era una frontiera sconfinata, le esperienze di gente comune che cerca di dare un senso a un mondo frantumato e indecifrabile(“Nell’occhio del ciclone la gente si arrangia e fa la propria vita”), lo sconforto nel vedere come l’idea di eccezionalismo americano sia stata deformata fino a diventare estremismo bellico (“Non c’è via di mezzo quando l’altra parte preferisce ammazzare piuttosto che scendere a compromessi”).
Anticipato dai singoli “Falling Apart (Right Now)” e “Tired of Taking It Out on You”, Cruel Country è il dodicesimo disco in studio del gruppo ed è il nostro “Disco della settimana“.