Wolfgang Laib arriva a Firenze con una mostra estesa veramente eccezionale. “Without time, without place, without body” è in 4 luoghi diversi. E che luoghi!
Wolfgang Laib, tedesco di Metzingen, classe 1950, è uno degli artisti più meravigliosi ed importanti delle ultime decadi. Il suo lavoro di tutta la vita è serio, intenso, costante. Puro. Lontanissimo dalle mode. Autentico.
Wolfgang Laib – che in un’altra vita ha studiato medicina – è un artista che lavora con pochi materiali, solo naturali: il polline, la cera, il miele, il latte.
Da anni e anni le sue opere sussurrano con gentilezza e grazia essenziale verità fondamentali sull’essere umani.
E adesso Wolfgang Laib è a Firenze con una serie veramente fantastica di lavori ospitati in luoghi d’eccezione.
Il Museo Novecento presenta infatti “Without Time, Without Place, Without Body”, mostra curata da Sergio Risaliti, in quattro luoghi diversi della città.
Si tratta di quattro luoghi sacri: il convento di San Marco, la cappella in palazzo Medici Riccardi, la cappella Pazzi in Santa Croce, e quella Rucellai accanto al museo Marino Marini.
Questi spazi meravigliosi amplificano la bellezza vertiginosa dei lavori di Wolfgang Laib.
Che qui a Firenze sono realizzati con pollini di tarassaco e di nocciolo, oppure con cera d’api. Materiali al 100 per cento naturali, raccolti con amore e pazienza da Laib stesso.
Si tratta di materiali quasi identici ai pigmenti naturali che usavano il Beato Angelico e Benozzo Gozzoli nei loro affreschi realizzati proprio negli stessi luoghi
(una vetrinetta al Museo di San Marco racconta bene questi materiali).
Infatti esiste una sintonia profonda tra artisti come il Beato Angelico, Benozzo Gozzoli, Filippo Lippi… e Wolfgang Laib. Al di là delle barriere del tempo, che in arte non esistono. Basta vedere i lavori di Laib nelle quattro locations fiorentine per sentirlo subito, come una vertigine.
Le opere gentili di Wolfgang Laib sono sulla stessa lunghezza d’onda e rispettano la spiritualità dei quattro luoghi. Di più, si afferra al volo che esse sono anche animate proprio dalla stessa idea di armonia tra uomo e creato che ha ispirato la costruzione di quei luoghi sacri.
Si tratta di una sintonia di intenti che risuona nella semplicità armoniosa, nell’assenza di retorica, e al tempo stesso nel sapere andare dritti come frecce al punto.
Un punto che non si può spiegare a parole…perchè è poesia.
E’ poesia e insieme magia. Insomma, in una parola…arte.
Per questo bisogna andare a vedere queste opere con i propri occhi. Bisogna farsi prendere per mano da Wolfgang Laib, e dimenticare quello che crediamo di sapere per riscoprire la gioia del piccolo, del leggero, dell’apparentemente insignificante. Per ritrovare la felicità di stupirsi, di annusare, di aprire il cuore. Per scoprire che questa arte straordinaria e indimenticabile ci fa entrare in sintonia con il creato.
Margherita Abbozzo. Tutte le fotografie sono fatte da me. Avvertenza: non possono rendere nemmeno un millesimo della poesia di ogni opera. Quindi fatevi un regalo e andate a vederle!
“Without Time, Without Place, Without Body”, curata da Sergio Risaliti è prodotta da Museo Novecento. Aperta dal 25 ottobre 2019 al 26 gennaio 2020. Occhio alle date! Al Museo di San Marco i due lavori di Wolgang Laib sono visibili solo per tre giorni: cioè il 25, 26, 27 ottobre 2019. Info pratiche qui.