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Zingaretti, “Renzi è stato leader, ora spinga con altri”

Zingaretti

Firenze, il governatore del Lazio e candidato alla segreteria del Partito Democratico, Nicola Zingaretti, ha incontrato i suoi giovani sostenitori al coworking 91C di via Corridoni, parlando poi coi cronisti, a margine dell’evento, ha rilasciato alcuni commenti sulla situazione politica nazionale.

“Io penso che Renzi sia stato un leader, e penso che per tutti sia un bene immaginarsi a volte nella propria vita come guida e a volte, io dico sempre, scoprire anche l’ebbrezza di spingere insieme a tanti altri per un’idea, per dei valori, con un progetto politico – ha detto il governatore del Lazio – Io voglio allargare, non voglio escludere, va costruito un Partito Democratico più grande, più aperto, plurale, più ricco, con tante idee, con tante differenze, dove tutti abbiano un ruolo”.

Il tema del congresso, sostiene il governatore del Lazio, “dovrà essere questo: ritornare con coraggio a cambiare, e tornare ad offrire una speranza diversa agli italiani che in parte sono stati conquistati alle elezioni, non c’è niente da dire, da Lega e 5 stelle. Ma bisogna combattere”.

“Se governano male e non ci facciamo trovare pronti arriverà la terza fase del populismo, con la spallata alle istituzioni democratiche – ha detto Zingaretti riferendosi al governo – dopo il 4 marzo c’è stata una difficoltà ad affrontare la sconfitta e si sono fatte avanti due proposte, una liquidazionista, perché la sconfitta era troppo grave, ma per me è un’ipotesi sbagliata perché la frammentazione peggiorerebbe la situazione, e una minimalista da parte di chi diceva che non è successo nulla, ‘aspettiamo che governino male e poi ritorniamo’, altrettanto sbagliata. Dobbiamo fermare questo processo e costruire velocemente un’alternativa. Dobbiamo essere noi a offrire a questo Paese una speranza che al momento non c’è”.

“Hanno sbagliato la manovra, il contratto di governo è finto, fra Lega e M5s – ha sentenziato Zingaretti – ci sono due visioni dell’Italia contrapposta e sono entrambi complici della paura di ammetterlo e vanno avanti. E’ una manovra economica che fa debito, che pagheranno soprattutto i giovani, e anche il deficit di 2,4% non è su investimenti ma è su politiche rivolte a soddisfare programmi elettori, e non sullo sviluppo del Paese. Questo comincia ad essere chiaro ma nei sondaggi aumenta l’area degli indecisi e gli orientamenti di voto danno una situazione di stallo molto pericolosa”.

Per le elezioni europee del 2019 bisogna presentare “una lista del Pd la più aperta e larga possibile, scrivendoci sopra ‘Per un’altra Europa’ per segnare una discontinuità: ne discuteremo, ma il tema non sono i nomi, sono i contenuti della piattaforma – ha detto il governatore del Lazio e candidato alla segreteria del Partito democratico parlando di un’alleanza europea della sinistra – ma se noi andiamo in un mercato e diciamo ‘Signora, c’è un fronte che va da Tsipras a Macron’, che cosa capisce? Niente. Dobbiamo costruire un’alleanza capace di spiegare che c’è una nuova Europa da costruire, e che senza questa Europa politica democratica non ce la faremo: perché purtroppo non si può stare in Europa perché costretti, ma perché convinti, e quindi abbiamo il grande tema politico di costruire un movimento politico che convinca le persone che è importante stare in Europa”.

 

 

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