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šŸŽ§ Al Pecci la prima retrospettiva italiana di Alfredo Volpi, in diaologo tra la Toscana e il suo Brasile

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šŸŽ§ Al Pecci la prima retrospettiva italiana di Alfredo Volpi, in diaologo tra la Toscana e il suo Brasile
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Il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato propone da domani (16 marzo) fino al 9 giugno la prima retrospettiva di Alfredo Volpi in un’istituzione italiana. La mostra ricostruisce la produzione del pittore modernista brasiliano, nato a Lucca nel 1896, presentando una vasta selezione del suo repertorio pittorico insieme a una serie di documenti che ne attestano il percorso artistico e il ruolo centrale avuto nell’arte brasiliana del Novecento.

AUDIO Stefano Collicelli Cagol, Direttore Pecci

ā€œLa mostra di Alfredo Volpi avvia il nuovo ciclo del Centro Pecci, con un Consiglio di Amministrazione rinnovato, che intende proseguire l’azione di rilancio del Museo per farlo diventare vero protagonista dell’arte contemporanea in Italiaā€ afferma Lorenzo Bini Smaghi, Presidente della Fondazione per le Arti Contemporanee in Toscana.

ā€œPer la prima personale in Italia di un grandissimo artista brasiliano come Alfredo Volpi, nato però a Lucca, non poteva esserci contesto più appropriato che il Centro Pecci, la casa della ricerca artistica contemporanea della Toscana. Tutto l’anno 2024 vedrĆ  il paesaggio e il territorio di questa regione protagonisti della programmazione del Centro Pecci, in un rinnovato impegno dell’istituzione nel suo ruolo di sostegno e promozione dei linguaggi contemporanei.ā€ Dichiara Stefano Collicelli Cagol, Direttore del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci.

La mostra Alfredo Volpi: Lucca-SĆ£o Paulo, 1896-1988 presenta per la prima volta in Italia più di 70 opere che testimoniano i momenti salienti della carriera dell’artista, dalle prime tempere degli anni Quaranta fino alle opere più note degli anni Settanta. Nel corso della sua vita Volpi ha presentato più volte i suoi dipinti in Italia: nel 1963 l’Ambasciata del Brasile a Roma ospitò una sua mostra personale, seguita l’anno sucessivo dall’inclusione nella Biennale di Venezia. Alfredo Volpi: Lucca-SĆ£o Paulo, 1896-1988 ĆØ la prima retrospettiva dedicata da un’istituzione italiana a uno dei protagonisti dell’arte brasiliana e internazionale del secolo scorso. La mostra, curata da Cristiano Raimondi con l’assistenza di Daniel Donato Ribeiro, si svolge nel 150° anniversario dall’inizio dell’Immigrazione italiana in Brasile, nella stessa regione in cui Alfredo Volpi era nato e che era stato costretto a lasciare.

Nel 1898 Alfredo Volpi (1896-1988) emigrò con la famiglia dalla Toscana a SĆ£o Paulo. Nello stesso periodo, tra Otto e Novecento, quasi tre milioni di immigrati italiani arrivarono in Brasile. Negli anni Dieci Volpi iniziò a lavorare come pittore decorativo per commissioni private, occupazione che manterrĆ  sino alla metĆ  degli anni Trenta. Contemporaneamente, cominciò a dipingere da autodidatta le sue prime tele a olio, attivitĆ  che proseguirĆ  fino alla fine della sua carriera a metĆ  degli anni Ottanta. I suoi primi dipinti en plein-air mostrano giĆ  un’attenta osservazione della vita quotidiana nelle periferie di SĆ£o Paulo, continua fonte diĀ  ispirazione per la loro cultura popolare, i paesaggi naturali e le vedute urbane. Nonostante il grande successo ottenuto negli ultimi tre decenni della sua vita, Volpi rimase riservato e concentrato sul suo lavoro.

A partire dagli anni Quaranta, iniziò a sperimentare la tecnica della tempera, rendendo sempre più il movimento della pennellata un elemento visibile e costitutivo del dipinto. Il suo trattamento della superficie piana diventò più strutturato: i volumi si appiattirono, il colore steso in strati sottili e trasparenti assunse valore assoluto. Nonostante la formazione autodidatta, Volpi rivelò di aver assorbito la lezione del Novecento Italiano e delle ricerche internazionali: tra i suoi riferimenti, Carlo CarrĆ , Giorgio Morandi, Henri Matisse e Paul CĆØzanne. Nel 1950, poi, durante un viaggio in Italia, Volpi scoprƬ le opere di Margaritone d’Arezzo, Giotto e Paolo Uccello, che gli ispireranno soluzioni spaziali sospese e cristalline, come prive di gravitĆ . In particolare durante la sua fase “concreta” alla fine degli anni Cinquanta, Volpi trasformò in sintassi geometrica le vedute urbane tipiche della sua produzione, sviluppando lungo gli anni Sessanta e Settanta unaĀ sintesi unica tra tradizione, modernitĆ  e motivi popolari. Le sue famose bandierine, stendardi festivi dei quartieri popolari di SĆ£o Paulo, diventano cosƬ un puro motivo geometrico che permette a Volpi di realizzare infinite variazioni cromatiche e compositive sullo stesso soggetto.

Il catalogo della mostra, edito da Mousse Publishing, conterrĆ  i testi critici di Stefano Collicelli Cagol, Cristiano Raimondi, Daniel Donato Ribeiro, Virginia Magnaghi, Valeria Piccoli, oltre alle immagini delle opere esposte.

Promossa e organizzata da Fondazione per le arti contemporanee in Toscana – Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci, istituzione fondata da Comune di Prato e sostenuta dalla Regione Toscana, la mostra ĆØ sostenuta da Ambasciata del Brasile, 150° Immigrazione italiana in Brasile, Istituto Alfredo Volpi de Arte Moderna, Almeida & Dale e Finarte