Gio 28 Nov 2024
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🎧 Anche i sindacati di base il piazza per lo sciopero generale del 29 Novembre

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🎧 Anche i sindacati di base il piazza per lo sciopero generale del 29 Novembre
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Nella giornata di sciopero del 29 novembre 2024 COBAS e CUB  faranno una manifestazione che con partenza da piazza Puccini toccherà il cantiere di via Mariti per ricordare i morti sul lavoro e continuerà fini a piazza Dalmazia alla lapide dei senegalesi uccisi . “Un percorso che non vuole essere la passeggiata in centro proposta da CGIL e UIL ma toccare luoghi simbolici della piattaforma di sciopero”.

Il 29 novembre, i COBAS, insieme agli altri sindacati di base  hanno proclamato lo sciopero generale dei lavoratori/trici di tutti i settori privati e pubblici, per l’intera giornata, contro le politiche economiche e sociali del governo Meloni.

Le richieste principali dei COBAS riguardano massicci investimenti nei settori pubblici di Sanità, Scuola, Università, Trasporti, Servizi di assistenza e il taglio drastico delle spese militari; la stabilizzazione di tutti i precari/e e dei lavoratori/trici in appalto della P.A.; Il rinnovo dei contratti pubblici e privati con aumenti salariali che recuperino totalmente l’inflazione reale; l’adeguamento delle pensioni alla inflazione e l’abolizione della legge Fornero; la riduzione dell’orario di lavoro e l’introduzione per legge del salario minimo; la tutela reale della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro; significativi investimenti per la protezione dell’ambiente e il risanamento dei territori; la libertà di movimento, i diritti di cittadinanza e l’abolizione della Bossi Fini.

Lo sciopero è altresì indetto contro le politiche economiche e fiscali della legge di bilancio per il 2025; Il D.d.l. (Sicurezza) n. 1660 che criminalizza il conflitto sociale; l’Autonomia differenziata che acuisce le differenze sociali tra i territori e tra i cittadini/e delle diverse regioni; la guerra e l’economia di guerra; il blocco del turn over nella P.A. e il taglio di 8000 posti di docenti e ATA nella scuola; la privatizzazione delle aziende energetiche, delle Poste, delle Telecomunicazioni, del trasporto pubblico, dei servizi di igiene ambientale, della Sanità, dell’istruzione, per la ripubblicizzazione di quelle già privatizzate; gli appalti e subappalti che precarizzano il lavoro e regalano profitti alle imprese private; le discriminazioni, molestie e ricatti sessuali nei luoghi di lavoro.

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