Mar 8 Ott 2024
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🎧Le indagini sull’omicidio di Beni Arshiaj a Pisa, trovata una telecamera fuori uso

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🎧Le indagini sull'omicidio di Beni Arshiaj a Pisa, trovata una telecamera fuori uso
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5 spari di una pistola piccolo calibro, inferti di fronte alla porta di casa dell’uomo, dove viveva con la famiglia. Al momento si battono tutte le piste investigative per individuare un movente, ma anche delle informazioni in più sui killer che secondo alcuni testimoni sarebbero stati due, su di uno scooter. Il Corriere Fiorentino, riporta che una delle telecamere circostanti al luogo del crimine non ha registrato niente durante l’omicidio, per poi tornare attiva un’ora dopo, si pensa al sabotaggio. 

Gli investigatori della squadra mobile di Pisa che da domenica sera, poco dopo le 21 stanno cercando di capire chi ha sparato cinque colpi contro Rezart Arshiaj, conosciuto da tutti come Beni, piastrellista di 37 anni, sposato e padre di due figli che era appena rientrato nel cortile della sua abitazione che si trova davanti la chiesa di San Michele Arcangelo, a Oratoio, zona periferica di Pisa.

La dinamica di quello che viene ritenuto un agguato in piena regola è in fase di ricostruzione, ma sembra che uno o due killer lo abbiano atteso nel cortile di casa. Beni era ancora all’interno del furgone quando l’assassino si è avvicinato e — armato di una pistola di piccolo calibro: una 22 — gli ha sparato almeno 8 colpi di arma da fuoco: 5 sono andati a segno sul corpo, due hanno centrato la testa. Beni che lascia la moglie, due figli piccoli, era arrivato con il resto della famiglia a Pisa due anni fa. Era incensurato. Faceva il giardiniere, l’imbianchino in nero, in proprio, in attesa della conclusione della pratica per ottenere il permesso di soggiorno.

Gli investigatori della Mobile coordinati da Antonio Scialdone, hanno recuperato i bossoli in terra, e lavorano per capire se siano stati esplosi da una pistola rubata. Hanno acquisito per il momento una decina di telecamere pubbliche e private, per cercare di identificare i due killer. Non c’è alcuna telecamera di sicurezza lì nella corte ma i poliziotti ne hanno trovato una privata in via Calatafimi e che avrebbe potuto riprendere quanto meno lo scooter e chi c’era sopra. Stranamente però il congegno elettronico era fuori uso ed è tornato a registrare alle 22, un’ora dopo l’omicidio.

Spiega il proprietario della telecamera: «Ha registrato venerdì e sabato, ma domenica è andata in tilt fino alle 22. Ho pensato che qualcuno l’avesse sabotata». La polizia sta facendo già accertamenti in tal senso. E se la Procura ha già disposto l’esame autoptico, gli investigatori stanno cercando di capire se l’omicidio di domenica sera abbia a che vedere col ferimento di un albanese avvenuto a luglio a San Frediano a Settimo: la vittima, anche in quel caso, era stata colpita con un calibro piccolo. Pur non escludendo alcuno scenario, sembra — al momento — che i due episodi non siano legati. Al momento si battono tutte le piste investigative per individuare un movente, a partire dal regolamento di conti nell’ambito dello spaccio di droga, alla vendetta per questioni di onore tra uomini della comunità. Magari uno sgarbo, una avance alla donna sbagliata. La squadra mobile si è messa in contatto con la polizia albanese nella speranza di avere qualche input o. A Ospedeletto, a 2 chilometri da Oratoio, gli agenti hanno sequestrato uno scooter rubato agli inizi di settembre. La polizia ha anche acquisito il cellulare della vittima per capire se ci possano essere indizi: all’interno del telefonino potrebbe esserci la chiave di quello che al momento rimane un mistero.

 

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