Cutaia ha aggiornato i cronisti sulla situazione di ripresa del Maggio Musicale di Firenze, si inizierà il 2023 con un forte squilibrio ma i biglietti diminuiranno il loro prezzo.
“Si può anche fare qualche sogno con meno risorse finanziarie. Per noi oggi è un obbligo perché la situazione che ho trovato è una situazione molto dura, molto complessa per l’anno 2022 che si chiuderà con un forte disavanzo e il 2023 si avvia ad avere uno squilibrio difficile, se non fosse che da 15 giorni a questa parte stiamo cercando di lavorare con umiltà, ma molto determinazione, per tamponare le ferite che provocano l’emorragia. Posso dire che l’emorragia si sta fermando ma occorre una cura molto molto forte perché si possa arrivare a guarire il malato”. Lo ha detto Onofrio Cutaia, commissario straordinario per la Fondazione del Teatro del Maggio musicale fiorentino in occasione di una conferenza stampa per aggiornare sulla situazione dell’ente lirico.
“Questo è un luogo che ha spazi molto importanti – ha aggiunto poi Cutaia – che possono essere messi a disposizione della collettività, anche quella imprenditoriale, e per noi sarà vitale utilizzare questo luogo anche in questo modo. Non è una ‘deminutio’, non c’entra nulla con la qualità del progetto culturale, credo che invece sia una iniezione di nuove risorse per un teatro che ne ha molto bisogno”. Cutaia ha ringraziato “il ministro Sangiuliano per la fiducia riposta alla mia persona, spero di ringraziare l’unità di Governo immaginando un progetto da cui ripartire. Non impiegheremo troppo tempo perché questo teatro e il suo bilancio diventino una casa di vetro, un obiettivo che ho sempre perseguito in passato nelle mie esperienze lavorative. Dobbiamo capire le dimensioni di questo teatro per capirne le prospettive. Ad aprile analizzeremo a fondo il nostro bilancio. Faremo la prima variazione commissariale dove metteremo a nudo tutto, facendo un’analisi seria delle voci di bilancio. Il governo ci è vicino, come il sindaco e l’amministrazione della città”.
Caleranno anche i prezzi dei biglietti, il massimo passerà da 190 a 110 euro con un il minimo che non sarà più 50 ma 35 euro. “La prima cosa pratica che abbiamo fatto dal giorno in cui sono arrivato ci siamo messi a lavorare sull’accesso a questo luogo. Credo che il futuro di questo teatro debba essere la sostenibilità e credo che sia nostro dovere dare una possibilità vera alle persone che abitano in questa città e non solo di poter avere un accesso più semplice. Quindi a titolo di esempio il biglietto massimo che si aggirava intorno ai 180-190 euro sarà di 110 euro così come abbiamo rivisto anche l’accesso degli ingressi che costano meno, non ci sarà più un ingresso minimo che costa 50 euro, ma sarà a 35 euro”. “Si poteva fare di più – ha aggiunto Cutaia – ma dovete pensare che l’obiettivo che abbiamo è il perseguimento, che però non può avvenire subito, del riequilibrio finanziario”.
Cutaia ha poi spiegato che del Fondo salvadebiti, erogato dallo Stato all’ente lirico, “è stato speso molto. Sono stati spesi tra gli 8 e i 10 milioni di euro, quello è uno dei punti dolenti, è un danno fatto, e troveremo un modo per rimediare”. Il bilancio 2022, ha aggiunto, ha una sofferenza “di più di 3 milioni di euro”. Rispondendo a chi gli ha chiesto se i lavoratori del Maggio rischino la cassa integrazione, Cutaia ha detto di poterne parlare dopo il 25-28 aprile. “Io spero proprio di escluderlo – ha detto -, i lavoratori sono il bene più prezioso del teatro e hanno già sofferto. Ho molto rispetto per il loro lavoro e speriamo bene”.
Il commissario straordinario ha detto infine che per aiutare il teatro “i maestri Gatti e Mehta rinunciano al 50% del loro cachet che è un segnale enorme” e sul fronte artistico sta pensando “alla possibilità di aderire a un progetto legato alla danza. Pensare a una proposta di danza sarebbe una grandissima opportunità per una città così importante come Firenze”. Infine sui tre festival messi in campo nel 2022 (le due iniziative satellite che si sono aggiunte al tradizionale Festival del Maggio Fiorentino) Cutaia ha detto: “non credo” che resteranno i tre festival, “non è un obbligo pensare a quella formula lì”.