Escluso anche il Bosco dello Sport di Venezia. Così in una nota il ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, Raffaele Fitto.
Alla fine le peggiori cassandre hanno avuto ragione. L’unione europea ha definitivamente chiarito che i soldi del PNRR non possono essere usati per la ristrutturazione o la costruzione di stadi. E quindi addio Franchi a Firenze e addio nuovo stadio a Venezia. Lo ha confermato in una nota il ministro per gli Affari Europei, il Sud, le Politiche di Coesione e il PNRR, Raffaele Fitto.
“Gli interventi del Bosco dello Sport di Venezia e dello stadio Franchi di Firenze non potranno essere rendicontati a valore delle risorse Pnrr. I servizi della Commissione, infatti, a seguito di un ulteriore approfondimento istruttorio, hanno confermato la non eleggibilità di entrambi gli interventi nell’ambito dei Piani Urbani integrati (PUI) delle rispettive città metropolitane” ha dichiarato Fitto
I Piani urbani integrati, ricorda Fitto “erano stati approvati con decreto del ministro dell’Interno di concerto con il ministro dell’Economia e delle Finanze il 22 aprile 2022. A fronte delle osservazioni pervenute a fine Marzo 2023, il governo, il 4 Aprile ha convocato i sindaci delle città metropolitane di Venezia e Firenze, al fine di acquisire ogni elemento utile per superare le criticità segnalate. Elementi poi trasmessi alla Commissione e oggetto di due ulteriori incontri tecnici. Ieri sera i servizi della Commissione europea, pur apprezzando lo sforzo del governo, hanno confermato l’ineleggibilità degli interventi dello Stadio di Firenze e del Bosco dello Sport di Venezia che pertanto non potranno essere rendicontati a valore delle risorse Pnrr”.
Per il sindaco di Firenze, Dario Nardella, ”Firenze subisce un danno grave, ingiusto e ingiustificabile. Siamo profondamente delusi per questa decisione dell’Unione europea sulla quota di finanziamento di 55 milioni di euro del Pnrr sul progetto di restauro e riqualificazione dello Stadio Franchi di Firenze, che non è semplicemente uno stadio ma un monumento nazionale vincolato dallo Stato”.
“Attendiamo di sapere le motivazioni reali – ha aggiunto – ma a noi è sempre stata chiara la correttezza del procedimento”.