“Oltre le mura di Sant’Orsola”. L’ex monastero fiorentino riapre per un mese come “museo effimero” dedicato al contemporaneo: il recupero del complesso a cura di Artea/Storia sarà partecipato e permeabile alla città. Intervista a Philippe Baudry, CEO di Artea, società responsabile della riqualificazione del complesso e Morgane Laforgue, curatrice della mostra (foto).
Dal 1° giugno al 2 luglio 2023 con la mostra Oltre le mura di Sant’Orsola l’antico convento fiorentino sarà accessibile al pubblico per un mese, con ingresso libero e visite guidate: un museo effimero, transitorio e destinato a trasformarsi. Storia, filiale di Artea, la società francese scelta nel 2020 dalla Città Metropolitana di Firenze per la riqualificazione del complesso, dà inizio così all’operazione di restituzione alla città di uno spazio prezioso e ricco di storia, in disuso da quasi quarant’anni.
Al termine dell’imponente piano di recupero Sant’Orsola ospiterà una scuola d’arte e di design, ristoranti e caffè, botteghe di artigiani e atelier d’artisti, una foresteria, spazi di coworking e un Museo, gestito da una fondazione senza scopo di lucro che sarà a breve creata da Artea, con il duplice scopo di preservare la memoria di un luogo unico e ricco di storia, ma anche di promuovere la creazione artistica contemporanea, invitando artisti affermati ed emergenti a dialogare con le tracce del suo passato.
La mostra, patrocinata dalla Città Metropolitana di Firenze è a cura di Morgane Lucquet Laforgue, responsabile del futuro Museo Sant’Orsola, la cui apertura ufficiale è prevista per il 2025. Oltre le mura di Sant’Orsola segna l’inizio di una serie di incontri con il pubblico, alla scoperta di uno spazio in continua evoluzione. Un museo effimero, destinato a durare solo un mese per poi cambiare ancora, ma in grado di consentire ai visitatori di accedere a Sant’Orsola prima dell’apertura ufficiale del museo stesso e dell’intero complesso, rendendoli testimoni e partecipi del processo di riqualificazione in corso, oltre quelle mura che per decenni sono state inaccessibili.
Oltre le mura di Sant’Orsola raccoglie i risultati della ricerca di due diversi artisti contemporanei che hanno realizzato delle opere d’arte originali, ispirandosi alla storia del luogo e ad elementi del suo passato. Sophia Kisielewska-Dunbar, classe 1990, è un’artista e storica dell’arte londinese. La fascinazione per l’antico e la reinterpretazione di iconografie tradizionali sono il cuore della sua pratica artistica, che indaga le modalità di rappresentazione della donna nel canone dell’arte occidentale. Dal 15 giugno al 15 settembre 2022 è stata la prima artista in residenza del futuro Museo Sant’Orsola. In occasione di questa prima mostra, presenterà al pubblico il suo progetto monumentale, intitolato Noli me tangere (dal latino «non mi toccare»): un grandioso trittico dipinto ad olio su tela ispirato alle pale d’altare che anticamente si trovavano nel convento. Ciascuna delle figure che affollano i pannelli laterali del trittico è estrapolata da pitture, disegni o bassorilievi fiorentini, raffiguranti scene di violenza sulle donne e realizzati nei medesimi anni dell’attività del monastero di Sant’Orsola. Usando la tecnica del collage in pittura, Sophia ha immaginato una contro-narrazione, per rivendicare lo sguardo femminile che per secoli è stato escluso dal canone dell’arte occidentale. L’esposizione del trittico sarà accompagnata da una selezione di più studi preparatori tra cui disegni, acquerelli e dipinti.
Alberto Ruce, classe 1988, è un artista urbano, siciliano di nascita e residente a Marsiglia. La sua pratica artistica è cominciata dal graffitismo e si inserisce nel tessuto della città. Le opere da lui realizzate per il Museo Sant’Orsola sono ‘effimere’ in quanto potrebbero essere trasformate durante l’ultima fase di lavori di ripristino dei locali dell’ex monastero. Il suo progetto creativo, intitolato Al di là di tutto, si articola in due ambienti: l’antica chiesa conventuale e l’ex spezieria. Ricollegandosi alla diversa funzionalità di questi spazi, ha scelto l’antica chiesa per la realizzazione di un’istallazione che si ispira alla storia di di Lisa Gherardini, la presunta modella della Gioconda di Leonardo da Vinci, che trascorse i sui ultimi anni di vita nel convento di Sant’Orsola, assieme a sua figlia che vi era monaca. Nell’antica spezieria, invece, ha realizzato dei murales che evocano l’attività farmaceutica praticata dalle suore proprio in quel luogo. L’essenza effimera del progetto, inoltre, ha portato l’artista a sperimentare la lavorazione della cera, materiale mutevole e metamorfico, così come gli spazi di Sant’Orsola in corso di restauro. Per concepire le sue opere Alberto Ruce si è rivolto ad alcune donne del quartiere affinché posassero per lui come modelle, ribadendo l’urgenza di andare “oltre le mura” di Sant’Orsola e far sì che la comunità possa tornare a vivere i suoi spazi.
In un’ottica partecipativa, il futuro Museo ha cercato sin da subito di dialogare con enti locali l’associazione di quartiere Insieme per San Lorenzo; ma anche con scuole, accademie e istituti formativi presenti sul territorio. Un approccio che ha portato, già nella fase di preparazione di questa prima mostra, alla collaborazione con Accademia Italiana e IED – Istituto Europeo di Design. Per la durata della mostra il chiostro ospiterà i risultati dei workshop condotti con gli studenti di comunicazione di IED, chiamati a studiare una strategia di comunicazione per il futuro museo, e quelli del master in design di Accademia Italiana, incaricati di immaginare delle strutture espositive modulari e facilmente smontabili per gli spazi del Museo Sant’Orsola. Parte dell’opera di Sophia Kisielewska-Dunbar sarà allestita sul prototipo ideato dal gruppo vincente.
In occasione della prima mostra è inoltre esposto il modello della lunetta in terracotta invetriata che un tempo si trovava sopra la porta d’ingresso al convento, di bottega dei Della Robbia. Non potendo riportare in situ l’originale, che oggi si trova all’ingresso dell’Accademia di Belle Arti, la Città Metropolitana di Firenze, in collaborazione con il Liceo Artistico Statale di Porta Romana, ha promosso la realizzazione di una sua replica. Il Liceo artistico statale di Porta Romana è stato tra l’altro il primo partner culturale del futuro Museo Sant’Orsola, mettendo a disposizione della prima artista in residenza durante l’estate 2022 uno studio fuori dalle mura del cantiere di Sant’Orsola.
La mostra è accompagnata da un breve docufilm a cura di Cinestudio, che documenta le prime tappe della rinascita del complesso di Sant’Orsola. La mostra sarà corredata da un catalogo, il primo di una serie che verrà progressivamente ampliata dalle successive pubblicazioni sulle future mostre a Sant’Orsola prima dell’apertura ufficiale del museo.
Oltre le mura di Sant’Orsola
1° giugno – 2 luglio 2023
ingresso libero
Ex-convento di Sant’Orsola
Via Sant’Orsola, Firenze
Dal giovedì alla domenica, 10 – 20
In altri giorni e per visite guidate su richiesta inviando una mail tramite il sito del Museo Sant’Orsola o direttamente all’indirizzo email: [email protected]