Prosegue l’iter del referendum Salviamo Firenze, ma le ultime decisioni di Palazzo Vecchio sembrano andare proprio in quella direzione. La Giunta Comunale di Firenze nella seduta del 30 maggio ha infatti deciso di assumere i temi proposti dai quesiti referendari appena presentati, senza mai citarli, attraverso una delibera al Piano Operativo e rimandandone l’approvazione al Consiglio Comunale forse entro fine anno, quando verranno valutate le centinaia di osservazioni arrivate.
Un passo che, nei fatti, darebbe ragione al Comitato Salviamo Firenze “senza per questo – si legge in una nota dello stesso comitato – essere sufficiente a risolvere i problemi affrontati dalla proposta di referendum”. “In questo momento stiamo commentando delle semplici uscite sulla stampa, nessun atto formale” sottolinea Massimo Torelli, del Comitato promotore. “La Giunta in questi mesi non ha mai chiesto di incontrarci e non ci è stato possibile leggere la delibera appena votata in Giunta, ma la cosa certa è che, finalmente, il Sindaco e la Giunta di Firenze hanno dovuto prendere atto di quanto il tema degli studentati di lusso e della trasformazione della città sia sentito sul territorio”.
“Dopo averlo negato per anni” rilancia Torelli di Salviamo Firenze, “arrivando persino a non considerare i quesiti che abbiamo presentato il 14 gennaio scorso e ad approvare la proposta di Regolamento Urbanistico in piena continuità con le politiche insostenibili degli ultimi anni. Li abbiamo obbligati a darci ragione, e questo è un primo successo indiscutibile della nostra iniziativa”. L’atto della Giunta – si legge ancora nella nota – è in tutto e per tutto “un’iniziativa figlia del timore della partecipazione cittadina, promossa dal Comitato promotore del referendum che, con decine di gazebo in città nei prossimi mesi, avrebbe favorito il confronto tra i cittadini e le cittadine, su in tema di cui la città vuole parlare, a partire da un confronto pubblico sui prezzi dell’abitare, con cui viene purtroppo svenduta e sfruttata”.
“Se fossero realmente convinti che le politiche urbanistiche vadano profondamente riviste, perché non approfittare del sostegno in Consiglio Comunale di una forte partecipazione popolare e con la forza, se serve, dello svolgimento in dicembre della consultazione referendaria?” domanda Massimo Torelli. “La partecipazione fa paura, e questo è un grave errore in una fase contraddistinta dalla sfiducia nella politica”.
“C’è un aspetto strumentale nella delibera annunciata” sottolinea Alberto Mariani, tra i promotori del Comitato referendario Salviamo Firenze, “cioè il tentativo di bloccare il decreto del Sindaco che, entro venerdì 2 giugno, avrebbe dato il via libera alla raccolta delle firme. Formalmente l’atto della Giunta non modifica nulla, neppure il Regolamento Urbanistico, per questo il percorso referendario rimane in piedi, perché non può essere bloccato da prese di posizioni politiche, ma solo da atti definitivi ed efficaci del Consiglio Comunale e con il parere conclusivo del Collegio degli esperti”.
“Ora Palazzo Vecchio vuole imporre al collegio di bloccare il procedimento avviato” chiarisce Mariani, “dopo i ritardi nella nomina del Collegio degli esperti. Perché far esprimere la cittadinanza fa sempre bene alla democrazia e non ci sono scorciatoie possibili. Per questo chiediamo che il sindaco emani il decreto, il più presto possibile”.
Due le richieste del Comitato promotore Salviamo Firenze: “al Segretario Comunale di garantire il rispetto del Regolamento. Alla Giunta di Firenze che porti con urgenza al prossimo Consiglio Comunale una delibera che modifichi le Norme di Salvaguardia attualmente in vigore, così da rendere immediatamente operativo il divieto all’attività alberghiera extra dei cosiddetti Studentati e delle trasformazioni in strutture ricettive degli edifici con funzione pubblica”.
“Altrimenti l’effetto dell’annuncio del Sindaco” chiarisce Torelli, “sarà un’accelerazione in questi mesi di queste procedure scellerate da parte dei fondi di investimento, per timore di restare bloccati. La tattica di Nardella è usare come arma di distrazione il potenziale costo dello svolgimento del referendum in dicembre: sarebbero tre euro a testa che garantirebbero la partecipazione democratica di cittadine e cittadini fiorentini per contrastare politiche che, quelle sì, li portano a pagare affitti insostenibili e a non poter trovare casa a prezzi decenti. Sarebbe più rispettoso usare argomentazioni più credibili, visto che si parla del diritto di abitare per centinaia di migliaia di persone e del diritto di non veder svenduta la propria città”.
Il percorso verso il Referendum Salviamo Firenze però non si ferma: prossimo appuntamento alle cittadine e ai cittadini fiorentini il prossimo venerdì 9 giugno dalle 17 in Piazza de’ Ciompi.