Il rigassificatore stanzierà a Piombino per altri tre anni. Giani si dice soddisfatto ed entusiasta della promessa mantenuta
Lo scorso 19 marzo attraccava nel porto di piombino il rigassificatore Golar Tundra. Il progetto, che gode di un doppione stanziato nei pressi di Ravenna, risultava essere agli occhi del Presidente della Toscana Eugenio Giani la risposta più immediata ed efficacia alla necessità di rendersi autonomi rispetto al gas russo.
Il rigassificatore trasforma il gas naturale liquefatto (Gnl), riportandolo allo stato gassoso; una volta estratto, il gas naturale può essere infatti liquefatto tramite un processo di raffreddamento a -160 gradi centigradi, che ne determina una notevole riduzione di volume.
I vantaggi politici ed economici risultanti dalla manovra che ha portato i due rigassificatori presso le coste italiane devono, però, fare i conti con il notevole rischio che secondo molti questi dispositivi rappresentano per la popolazione limitrofa e l’ambiente circostante.
Oltre ai rischi derivanti da malfunzionamento, e che possono palesarsi con perdite di gas, incendi, esplosioni ed emissioni di sostanze inquinanti nell’ambiente circostante, le associazioni hanno sempre denunciato che si tratterebbe di impianti emittenti inquinanti, soprattutto ossidi di azoto, in concentrazioni tutt’altro che trascurabili.
Sarà per questo che le regioni si stanno organizzando, non senza difficoltà, affinché i rigassificatori non stanzino per un periodo troppo prolungato nei pressi di uno stesso porto.
Nei giorni scorsi Palazzo Chigi ha proceduto alla nomina del presidente della Liguria Giovanni Toti quale commissario straordinario di governo per il nuovo posizionamento del rigassificatore.
Il dialogo tra i presidenti delle due regioni sembra rispettare i patti stretti durante lo scorso marzo, che prevedevano un periodo di stanziamento del rigassificatore di non oltre 3 anni. Giani a riguardo ha affermato che “sin dal momento della mia nomina a commissario straordinario per la realizzazione dell’opera, avevamo detto che la nave sarebbe rimasta a Piombino per un tempo molto limitato e questo impegno è stato mantenuto”.
E ha aggiunto “il comportamento del Governo ha confermato con quella nomina quanto io avevo chiesto, ovvero che la nave di rigassificazione stesse a Piombino tre anni e poi andasse in una piattaforma offshore. La nomina di Toti garantisce il fatto che vi siano tre anni di tempo per creare un offshore in un’altra realtà”.
“Che si decida dove all’interno del territorio della Liguria domani o tra un mese cambia poco” conclude il presidente della Toscana.