Dom 24 Nov 2024
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ToscanaSanitàIl sesto dito robotico vince il premio Taobuk Da Vinci

Il sesto dito robotico vince il premio Taobuk Da Vinci

Il ‘sesto dito robotico’, protesi robotica che si indossa come un braccialetto e che si trasforma in un dito artificiale all’occorrenza, vince il premio Taobuk Da Vinci nell’ambito del Festival Internazionale del libro di Taormina

Il sesto dito robotico è il vincitore del premio Taobuk Da Vinci per il miglior progetto in tecnologia robotica, nell’ambito della 13/a edizione del Festival Internazionale del libro di Taormina.

Si tratta di una tecnologia che rappresenta uno dei frutti della collaborazione tra neuroscienze e ingegneria, e che vede lavorare fianco a fianco il SiBin Lab, Siena Brain Investigation and Neuromodulation Lab, diretto dal professor Simone Rossi all’interno del Dipartimento di Scienze Neurologiche e Motorie dell’Azienda ospedaliero-universitaria Senese, e il SirsLab, Soena Robotics and System Lab, diretto dal professor Domenico Prattichizzo del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e Scienze Matematiche dell’Università di Siena e delegato del rettore al trasferimento tecnologico.

A ritirare il premio è stato il professor Prattichizzo: “Siamo orgogliosi che la sinergia tra l’Università di Siena e l’Azienda ospedaliero-universitaria Senese abbia ottenuto anche questo prestigioso riconoscimento.

Il sesto dito robotico è una protesi robotica che si indossa come un braccialetto e che si trasforma in un dito artificiale all’occorrenza, ed è, ha aggiunto il professore, “estremamente utile per i soggetti con mano paretica perché consente di restituire la capacità di afferrare gli oggetti contrapponendo la mano paretica, con funzioni di palmo, al dito robotico che rappresenta una versione artificiale del pollice opponibile”.

Il dispositivo, ha concluso Prattichizzo, “ha la finalità di ridare capacità di presa a chi ha perso la mobilità e la forza di un arto a causa di una patologia invalidante, come un ictus”.

Il professor Simone Rossi ha, inoltre, aggiunti: “Stiamo sviluppando ormai da anni questo tipo di tecnologie, a beneficio dei pazienti che si rivolgono al nostro ospedale e che sono affetti da patologie invalidanti riferibili principalmente a malattie neurologiche. E studiamo da tempo come il cervello si adatta a questi dispositivi indossabili”.

Ha, infine, espresso grande fiducia nell’apporto che le strategie di miglioramento e perfezionamento di tali dispositivi, prodotti tramite la coordinazione delle neuroscienze e dell’ingegneria robotica, daranno nella complessa lotta contro malattia degenerative: “Al sesto dito robotico si affiancano le cavigliere vibranti per migliorare il cammino nei malati di Parkinson; stiamo portando avanti degli studi di neuromodulazione transcranica per migliorare la percezione del linguaggio nei pazienti con protesi acustiche ed impianti cocleari; abbiamo ideato un dispositivo vibrante comandato da smartphone per la terapia degli acufeni”.

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