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Primo sì per i risarcimenti destinati ai familiari delle vittime dell’eccidio nazi-fascista di Civitella in Valdichiana del 29 giugno del 1944. Si tratta della famiglia dell’avvocato Roberto Alboni, nipote di Metello Cesarini, una delle 244 vittime della strage.
Audio: servizio di Raffaele Palumbo
Si parla di “effetto Mattarella”. In riferimento alla visita compiuta dal Capo dello Stato in occasione del 25 aprile al sacrario delle vittime della strage nazi-fascista di Civitella Valdichiana. Le vittime furono 244, era la tragica estate del 1944, quando i tedeschi in fuga dall’avanzata degli Alleati, con la complicità dei Repubblichini italiani, seminarono morte e distruzione in luoghi dai nomi indimenticabili, come Sant’Anna di Stazzema o Marzabotto. In ogni caso oggi quella vicenda trova un precedente importante, proprio nel risarcimento della famiglia dell’avvocato Roberto Alboni, nipote di una delle vittime, Metello Cesarini. E se “effetto Mattarella” c’è stato è evidente che qualcosa in questa vicenda non ha funzionato. Anche nell’Avvocatura dello stato – che continua ad eccepire la prescrizione civile – e dell’annosa questione che tira in ballo direttamente la Germania. Nel caso in questione si tratterebbe di una sentenza passata in giudicato nel 2008 e che vede come unico condannato all’ergastolo Max Josef Milde. Ritenuto praticamente l’unico responsabile della strage. 900 mila euro che pagherà l’Italia con i soldi di un fondo speciale costituito all’interno del Pnrr. Ora, al momento non è dato di sapere né se la sentenza è stata confermata in Cassazione né se la Germania è citata o coinvolta nella stessa sentenza. L’unica cosa certa è che Alboni fu l’unico a ottenere la citazione in giudizio della Germania quale responsabile civile della strage, ma una sentenza della nostra Corte costituzionale rimise tutto in discussione. Questioni di relazioni internazionali, e di un rapporto, quello con la Germania, che si è sempre rifiutata di pagare per quelle stragi. Per tutti gli altri familiari delle vittime, resta in piedi la battaglia contro la prescrizione.