Sab 23 Nov 2024
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Operai ex Gkn in sciopero della fame: “servono risposte su stipendi, commissariare Qf e legge Toscana”

Al sesto mese senza stipendio, dopo diversi giorni di “tendata” di fronte la sede della regione Toscana a Novoli si avvia così quella che in una nota il collettivo definisce: “la settimana dell’imbarazzo”, “quello della politica che, in pieno periodo elettorale, non dà risposte a una vertenza che non ha più tempo”

Il collettivo inaugura scioperando quella che in una nota definisce come “la settimana dell’imbarazzo”, “quello della politica che, in pieno periodo elettorale, non dà risposte a una vertenza che non ha più tempo”, essendo da cinque mesi senza stipendio né ammortizzatore sociale; quello delle istituzioni, il Governo a cui si chiede il commissariamento di Qf e la Regione Toscana a cui si chiede la legge regionale sui consorzi industriali” L’annuncio stamani dalla tendata davanti alla sede della Regione Toscana. “Lo sfinimento ora è un vostro problema – spiega in una nota la Rsu ex Gkn -. Ci abbiamo riflettuto a lungo. Non crediamo negli atti individuali ma nella lotta collettiva. Che sia praticato da alcuni o molti, infatti, lo sciopero della fame è solo un ulteriore strumento messo in campo da questa vertenza, ad ausilio di una lotta collettiva, delle azioni e richieste di sindacati, Rsu e Collettivo di Fabbrica. Non ci sono tra di noi eroi o martiri”. Le richieste, ricordano, sono tre: “legge regionale subito e creazione urgente di un consorzio pubblico regionale per trattare l’area dello stabilimento di Campi Bisenzio e sottrarla a logiche opache; commissariare Qf per pagare gli stipendi; dare vita a una vera discussione sulla reindustrializzazione, agganciando tra l’altro un ammortizzatore sociale, come previsto dalla legge 234/2021, sulla base della quale i licenziamenti sono stati annullati alla fine del 2023”. Per la Rsu “ci spaventa uno sciopero della fame. Perché è una privazione mai provata. E non sappiamo quanto resisteremo. E ci imbarazza usare un termine come ‘fame’ in un mondo dove di stenti si muore veramente, a partire dalla drammatica situazione in Palestina. Ma poi alla fine, ci siamo dati la risposta più semplice: siete voi a dovervi ammalare di paura e l’imbarazzo è tutto vostro”.

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