Sab 6 Lug 2024

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🎧Studenti per la Palestina: presidio il 18 giugno e una nuova mozione per il Senato Accademico

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🎧Studenti per la Palestina: presidio il 18 giugno e una nuova mozione per il Senato Accademico
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Continua la lotta degli Studenti per la  Palestina: annunciato un presidio il prossimo 18 giugno, in occasione della seduta del Senato accademico dell’Ateneo fiorentino, durante la quale presenteranno una nuova mozione per chiedere la sospensione dei bandi universitari in essere con Israele, la terza presentata da Ottobre.
Audio: Francesca Barba e Arturo Gambassi, due studenti universitari parte del movimento

Presidio in piazza San Marco a Firenze martedì prossimo, 18 giugno, in occasione della seduta del Senato accademico dell’Ateneo fiorentino. A promuoverlo gli Studenti per la Palestina, che annunciano la presentazione di una nuova mozione per chiedere la sospensione dei bandi universitari in essere con Israele. “Nell’ultima seduta – spiega Francesca Barba, dell’Università di Firenze – è stata approvata una mozione per la pace e contro la guerra. Quello che chiediamo è consequenziale. Ci sono stati dei passi avanti in Senato. La mediazione si è attestata sulla nascita di una commissione che dovrebbe valutare la moralità degli accordi con enti terzi rispetto ai contesti di guerra. In attesa che questa commissione si strutturi e possa dare la sua valutazione, chiediamo una sospensione cautelare degli accordi”, dieci le Università israeliane coinvolte, “consapevoli che i tempi burocratici non sono quelli della guerra”.

Gli studenti hanno anche sottolineato il sostegno di una parte del corpo docente alle loro richieste. Spiega Arturo Gambassi, tra gli universitari fiorentini che fa parte degli Studenti per la Palestina: “Tantissimi professori e professoresse, a cui si aggiungono ricercatori, dottorandi e personale tecnico-amministrativo che fin dall’inizio dell’accampata”, la protesta con le tende in piazza San Marco, durata 10 giorni nella seconda metà di maggio, “si sono mostrati solidali. Quelli che sono contrari dicono che noi non siamo per il dialogo, che il boicottaggio fomenterebbe la guerra. Gli rispondiamo che noi non vogliamo assolutamente boicottare la ricerca, ma boicottiamo la guerra. In questo senso cerchiamo di fare un favore al sapere”.

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