Sab 23 Nov 2024
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Carrai, Console d’Israele: “studenti pro Palestina accecati dall’odio”

“Chi predica la pace incitando di tagliare i ponti di pace quali sono i rapporti culturali e di ricerca, è in malafede e accecato dall’odio, non solo contro Israele ma contro i valori di libertà”. Queste le parole, affidate ad una nota, del console onorario di Israele per Toscana, Emilia Romagna e Lombardia, Marco Carrai a proposito del sit in di oggi organizzato dagli Studenti per la Palestina a Firenze davanti alla sede del Rettorato in occasione della seduta del Senato accademico.

Nel corso della riunione avrebbe dovuto essere discussa una mozione riguardante la sospensione degli accordi tra l’Ateneo fiorentino e quelli israeliani “in via cautelare”, in attesa che gli accordi vengano valutati da una commissione etica che dovrebbe insediarsi entro il 30 luglio. “Chiedere di interrompere i rapporti con le università israeliane e gli enti di ricerca, è atto molto grave”, sottolinea Carrai che aggiunge di aspettarsi “una presa di posizione da tutte le istituzioni che a Firenze in nome di La Pira parlano di dialogo, ma non dicono una parola nei confronti di questi atti di intolleranza”.

“Pretendiamo che dalle parole si passi ai fatti – dice Arturo Gambassi di Studenti per la Palestina – La commissione ancora non c’è, è troppo vaga e i tempi troppo lunghi”. Tra le richieste anche l’impegno del Senato accademico a non stipulare nuovi accordi, si legge nella mozione, “finché non verrà garantita la pace e i diritti umani del popolo palestinese”, la sospensione di quelli in essere “con aziende del settore bellico e della difesa, nonché ad eventuali società legate ad esse”, la risoluzione definitiva dell’accordo di ricerca con l’Università di Ariel, nella Cisgiordania occupata, sospeso dal 2020, e infine l’impegno del Senato “verso i rispettivi rappresentanti di area ad agire il più tempestivamente possibile per adunare i consigli dei Dipartimenti” dove discutere le richieste presentate nella mozione. “Speriamo venga accolta – commenta Sereen El Debuch, studentessa universitaria a Firenze – ma non siamo molto ottimisti. Crediamo che alla fine accetteranno soltanto l’ultimo punto”.

Una scritta ‘Unifi complice di genocidio’ è stata lasciata poi nella tarda mattinata sull’asfalto di piazza San Marco a Firenze, davanti al Rettorato dove era in corso la seduta del Senato accademico. La mozione però non è stata argomento di discussione, fanno sapere gli studenti, ma è stata letta come semplice comunicazione insieme a un testo dei dipendenti dell’Ateneo, perché presentata troppo tardi. “Troviamo questo atteggiamento antidemocratico – spiega Arturo Gambassi. Ieri ci era stato detto dalla segreteria della rettrice che la mozione era stata ammessa all’ordine del giorno come punto per essere votato e discusso. Stamani in modo secondo noi arbitrario le cose sono cambiate. Noi l’abbiamo consegnata venerdì pomeriggio, esattamente come quella votata nello scorso Senato accademico che si svolse sempre di martedì. L’iter è stato lo stesso”. “Avevamo anche avuto un dialogo proficuo con alcuni professori – aggiunge -, troviamo grave che l’Università non voglia prendere una posizione effettiva e concreta su questo tema evitando il dibattito con gli studenti, nascondendosi dietro la burocrazia”.

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