Cosa Nostra – Due imprenditori sono stati arrestati per “contiguità con un clan di Cosa Nostra” dopo un’indagine della Dia di Milano che ha portato all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Milano su richiesta della Dda.
I due “attraverso società principalmente operanti nel settore edilizio a Milano” avrebbero “consentito l’operatività di realtà imprenditoriali riconducibili a Cosa Nostra e ciò con specifico riferimento al sodalizio mafioso dei barcellonesi, operante nella provincia di Messina”. Sequestrati beni per 5 milioni di euro e perquisizioni tra Roma, Catania, Messina, Firenze, Napoli, Catanzaro.
“In particolare – riporta la Dia in una nota – i destinatari della misura restrittiva, già colpiti in passato da misure di prevenzione patrimoniali sarebbero responsabili, in concorso con altri soggetti, di condotte fraudolente finalizzate all’intestazione fittizia di diverse società aggiudicatarie di appalti pubblici, sull’intero territorio nazionale, alcuni dei quali di ingente importo e/o finanziati con fondi del Pnrr, senza incorrere nelle misure interdittive delle autorità prefettizie. Una volta ottenuta l’aggiudicazione delle commesse, spesso in associazione temporanea con altre imprese, le società riconducibili agli indagati provvedevano poi a conferire l’esecuzione materiale dei lavori ad altre società, anche con sede in Calabria. La complessa attività, svolta anche mediante l’ausilio di indagini tecniche e servizi di osservazione e pedinamento, è stata diretta dalla Direzione Distrettuale Antimafia del Tribunale di Milano e coordinata dal II Reparto della Direzione Investigativa Antimafia. A seguito di mirati accertamenti economico-patrimoniali svolti in stretta collaborazione con il Gruppo di Investigazione sulla Criminalità Organizzata (Gico) del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Guardia di Finanza di Milano ha, altresì, disposto il sequestro preventivo in via d’urgenza di compendi aziendali, beni immobili e conti correnti per un valore complessivo stimato in 5 milioni di euro. L’esecuzione delle misure insieme a numerose perquisizioni, ha interessato diverse regioni e ha visto la partecipazione dello stesso Gico della Guardia di Finanza di Milano nonché di personale dei centri operativi Dia di Roma, Catania, Messina, Firenze, Napoli, Catanzaro”.
Nell’ambito dell’inchiesta della Dda di Milano, condotta dalla Dia e dal Gico della Gdf, da quanto si è saputo, è stata anche sequestrata a Giovanni Bontempo, uno dei due imprenditori arrestati e legati ad un clan di Cosa Nostra nel Messinese, una villa a Pietrasanta, in Toscana. La nuova inchiesta della Dda, coordinata dal pm Silvia Bonardi, nasce dallo sviluppo investigativo su alcune intercettazioni dell’indagine che aveva portato all’arresto, nel giugno 2022, di Pietro Paolo Portolesi, 54enne presunto affiliato alla ‘ndrangheta e imprenditore nel settore edile-movimento terra. Era emerso che si sarebbe accaparrato subappalti non solo per il prolungamento della Tangenziale di Novara e della riqualificazione dello scalo ferroviario di Porta Romana, che ospiterà il villaggio olimpico, ma anche per alcune opere di demolizione all’Ortomercato di Milano. La nuova indagine prende le mosse anche dai verbali di due pentiti, che hanno raccontato il sistema dell’imprenditoria e delle infiltrazioni delle mafie negli appalti pubblici, con una situazione “immutata”, stando a quanto riferito, da vent’anni.
Da un’intercettazione dell’inchiesta su Portolesi era emersa la figura di Bontempo e la sua Infrastrutture M&b, che, secondo le indagini, dal 2019 in avanti ha visto aumentare di molto il suo fatturato, con 250 milioni di euro di lavori per appalti in pancia, ma solo 36 dipendenti sulla carta. Tra i lavori portati avanti da Bontempo, da quanto si è saputo, c’è anche la realizzazione di un campo sportivo a Zocca, il paese di Vasco Rossi. Scirocco e Bontempo avrebbero sempre dialogato attraverso Telegram, ma poi gli investigatori sono riusciti a piazzare delle cimici in un’auto per captare le conversazioni. Stando alle indagini degli inquirenti, poi, pare che i due fossero anche interessati ad entrare nei lavori sull’autostrada di Rosarno, in Calabria, e per il collegamento con il porto di Gioia Tauro. Nel corso di una perquisizione di oggi in un capannone a Corbetta, nel Milanese, gli investigatori, tra l’altro, avrebbero trovato operai che dormivano a terra, vicino a delle bombole di gas. Bontempo (condannato in primo grado per favoreggiamento di un latitante, con accusa prescritta in appello), inoltre, sarebbe diventato nel tempo anche punto di riferimento per imprenditori e investitori di Messina, interessati a comprare aree e terreni a Milano.