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Gio 19 Set 2024
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ToscanaCronaca🎧 Firenze: è allarme mafia nigeriana e cinese

🎧 Firenze: è allarme mafia nigeriana e cinese

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🎧 Firenze: è allarme mafia nigeriana e cinese
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L’allarme è stato lanciato, nel giorno del 32esimo anniversario della strage di via d’Amelio, dalla Fondazione Caponnetto. “La  mafia nigeriana è un fenomeno da seguire con la massima attenzione e senza alcuna sottovalutazione”. A Prato è ‘guerra delle grucce’

Mafia nigeriana e mafia cinese. Se ne parla poco (soprattutto della prima) ma questo non vuol dire che siano meno pericolose, anzi. A sostenerlo è la Fondazione Caponnetto che oggi ha lanciato l’allarme sulla presenza di ‘segnali’ anche sul territorio fiorentino e pratese.

La criminalità nigeriana ha importato in tutta Europa i modelli associativi creatisi in Nigeria a seguito dell’involuzione criminale delle confraternite universitarie, è  una criminalità etnica presente in quasi tutto il territorio nazionale e in ogni nucleo di immigrazione nigeriana insediatosi in Italia in cui si riscontra, quasi sempre, la presenza più o meno attiva e incisiva di uno di questi gruppi.

Le attività criminali dei vari sono molte e diversificate: sfruttamento della prostituzione, tratta di esseri umani, immigrazione illegale, spaccio di stupefacenti, frodi informatiche, riciclaggio.

“Per quanto si è constatato -afferma Salvatore Calleri, presidente Fondazione Caponnetto-  nel corso di indagini condotte dalle Forze di polizia, i proventi dell’attività delittuosa vengono preferibilmente rimessi in Nigeria attraverso vari espedienti” Inoltre “sono emersi in più occasioni evidenti indizi di collaborazione tra soggetti nigeriani e gruppi criminali italiani al fine di riciclare i proventi illeciti.

Per quanto riguarda specificamente Firenze, secondo la Fondazione Caponnetto, la Mafia  nigeriana è diffusa tranto in modo diretto quanto indiretto.

Le zone in cui i nigeriani utilizzano la manovalanza sono, in particolare, il parco delle Cascine (nel “boschetto” delimitato dalla fermata della tramvia), la zona limitrofa alla stazione Leopolda (lato viali), la zona della Fortezza e la zona della Stazione SMN (scalinate). A queste deve ora aggiungersi una recente estensione verso Piazza Paolo Uccello” afferma Calleri. Che aggiunge “nelle aree citate è venuto meno, gradualmente ma inesorabilmente, il cd “controllo del territorio”.

Risolvere questa situazione, grave e drammatica al tempo stesso, non è certamente semplice per una molteplicità di  fattori sociali interconnessi ed a tratti incancreniti.

La prima cosa da fare -prosegue Calleri  è trattare, soprattutto per quanto riguarda l’area delle Cascine e della Leopolda, la questione delle dipendenze,  soprattutto da crack. La manovalanza ivi presente, infatti, è spesso sia dedita allo spaccio che al consumo: una caratteristica che comporta, oltre ad attrarre un numero crescente di nuovi consumatori, anche al verificarsi di bivacchi e “accampamenti” di fortuna, con una presenza costante tra le 200 e le 300 persone.

Persone che vanno censite e identificate, verificando la disponibilità di intraprendere percorsi di recupero e disintossicazione. Per fare questo occorre mettere in campo, oltre alle forze dell’ordine, le migliori energie sociali della città.

La dipendenza immediata da crack porta  alla commissione di numerosi reati predatori: all’aumento vertiginoso delle cd “spaccate”, si aggiunge un affollato (e ahimè tollerato)  mercato settimanale di merce rubata”.

Altra zona da attenzione per la mafia nigeriana quella delle scalinate della Stazione di Santa Maria Novella, dove, avverte Calleri “ si registra una situazione diversa ed ancora più  pericolosa. I ceppi presenti son maggiormente organizzati e dediti a traffici criminali nascenti da un fortissimo controllo territoriale.Ciò che accomuna le 4 zone elencate frequentate dai clan e dalla manovalanza è il percorso della tramvia, un valido e necessario mezzo di trasporto per ogni città moderna ma che, va riconosciuto, viene utilizzata anche per gli spostamenti criminali”.

Per quanto riguarda la mafia cinese a preoccupare è soprattutto il racket delle grucce, anche perché “la forma criminale cinese della triade non ha un territorio operativo specifico ma ne ha, semmai, uno di origine dove risiede il capo che governa la struttura criminale”.

“Da tempo ritengo, anche grazie alle numerose operazioni delle forze dell’ordine che si sono susseguite negli anni, che il triangolo Firenze, Prato ed Osmannoro sia il punto di riferimento principale dell’organizzazione criminale cinese che si sviluppa da Milano alla Sicilia, con terminazioni pure in Europa” sottolinea ancora Calleri. Che aggiunge “ operare sulla criminalità cinese non è semplice e spesso ci troviamo di fronte ad un muro di omertà. Si tratta di una questione delicata e bisogna in tutti i modi affrontare la questione di quella che, informalmente, chiamerò da oggi “la guerra delle grucce”. Vedrete che, come nel caso della criminalità nigeriana, se ci sarà la volontà di scovare la mafia cinese la si troverà. D’altronde, lo sappiamo,  i precedenti di mafia cinese in Toscana  sono confermati all’inizio del terzo millennio con una sentenza della Corte di Cassazione”

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