Circa 200 persone impiegate in biglietterie, sorveglianza, accoglienza – di Uffizi, Palazzo Pitti, Polo museale Toscana, Opificio Pietre Dure sciopereranno per la scelta del direttore della Galleria degli Uffizi Verde di disconoscere:” il documento siglato dall’ex direttore Eike Schmidt il 19 dicembre 2023, frutto di un accordo che mirava a tutelare tutti i lavoratori nei cambi di appalto per tutti i musei in questione”.
Sciopero il 5 novembre del personale di Opera laboratori addetti ai servizi museali – circa 200 persone impiegate in biglietterie, sorveglianza, accoglienza – di Uffizi, Palazzo Pitti, Polo museale Toscana, Opificio Pietre Dure. A proclamarlo Filcams Cgil-Uiltucs-Rsu Opera che affermano: un altro sciopero “dopo quello di luglio 2023 perché il direttore della Galleria degli Uffizi Verde ci ha comunicato di aver sostanzialmente disconosciuto il documento siglato dall’ex direttore Eike Schmidt il 19 dicembre 2023, frutto di un accordo che mirava a tutelare tutti i lavoratori nei cambi di appalto per tutti i musei in questione”.
“L’accordo sottoscritto il 19 dicembre 2023 da Eike Schmidt – precisa Riccardo Pollastri della rsu Opera Filcams Cgil – prevedeva in caso di cambio di concessione la garanzia della piena continuità lavorativa, retributiva e contrattuale. Riteniamo inaccettabile disconoscere tutto questo, ci sentiamo presi i giro e ci appelliamo alle istituzioni perché l’accordo è stato siglato in Regione Toscana e auspichiamo che si trovi una soluzione”. “Non è a rischio solo il posto di lavoro – aggiunge Pollastri – ma anche l’attuale retribuzione, per noi è impensabile che il nostro punto di caduta sia solo il mantenimento del posto di lavoro. Noi chiediamo il mantenimento del posto di lavoro ma anche gli attuali livelli retribuitivi e contrattuali. Rischiamo di perdere gli scatti di anzianità e la contrattazione integrativa che abbiamo concordato negli anni che comprende una serie di maggiorazioni economiche che permettono di tenere aperti i musei anche in tutte le festività dell’anno”. Luisa Bratelli, della rsu Opera Uiltucs, ha detto che “in una realtà come quella museale dove i soldi non mancano non vedo perché sempre il lavoratore debba avere la sorte peggiore. Noi rivendichiamo il documento che abbiamo sottoscritto perché nel bando c’era una carenza, veniva menzionata una blanda clausola sociale che diceva tutto e niente quindi il documento serviva per chiarire la nostra posizione e se ora viene disconosciuto a noi mancano le tutele”. Gli Uffizi, ha poi precisato “ha disconosciuto il documento dicendo che non ha valenza legislativa in quanto è stato stilato a bando già in corso”.