Gio 21 Nov 2024
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MusicaDisco Della SettimanaThe Cure, "Songs of a Lost World". Il Disco della Settimana.

The Cure, “Songs of a Lost World”. Il Disco della Settimana.

A distanza di 16 anni dall’ultimo lavoro discografico, The Cure tornano con quello che potrebbe sembrare (ma forse non è) l’album conclusivo di una carriera discografica che per più di 40 anni ha accompagnato la storia di Controradio e di molti dei suoi ascoltatori.

Simbolo di un’epoca e di un modo di intendere la musica e la vita, formatisi nel 1978 e inseriti nella Rock and Roll Hall of Fame nel 2019, The Cure sono una delle band più influenti della musica britannica, avendo venduto oltre 30 milioni di dischi in tutto il mondo.

A 16 anni dal non memorabile “4:13 Dream”, The Cure hanno pubblicato il loro nuovo album “Songs of a Lost World”, un progetto che segna il loro ritorno alle sonorità cupe e malinconiche che li hanno resi celebri.

L’album riprende i temi ricorrenti della band come l’introspezione, la perdita, la morte e il dolore, esplorandoli attraverso atmosfere gotiche e testi profondi. Il disco è denso, stratificato, per dei versi “ostico”, i brani sono per lo più lunghi, alcuni lunghissimi, con altrettanto lunghe parti strumentali. Il sound è quello tipico della band, senza rimandi al periodo psichedelico o pop di The Top o di The Head On The Door, ma con evidenti richiami al suono di  “Disintegration” o “Pornograpy”, cupo, a tratti lugubre, ma questa volta paradossalmente “pacificato”. La perdita, la fine, il dolore, pervadono i brani come qualcosa di inevitabile ed in qualche modo “accettato”. Ed il tutto sembra legarsi, come indica lo stesso titolo, alla fine di un mondo, di un’epoca. E’ proprio questo che allontana il disco da qualsiasi “effetto nostalgia” per renderlo invece intensamente attuale e contemporaneo.

Robert Smith ha descritto l’album come una delle loro opere più personali e riflessive, sugellando la loro posizione di pionieri e caposcuola di quello che in italia veniva definito suono “Dark” (ma in Inghilterra si identificava come Gothic Rock). E sebbene lo stesso Smith abbia dichiarato che potrebbero essere in arrivo altri due album, la sensazione forte (fortissima), è di ascoltare quello che potrebbe essere proprio un intenso disco di addio.
In una recente intervista a Matt Everitt, Smith ha rivelato che l’album è stato concepito e relizzato durante un periodo di grande dolore dopo la morte dei genitori e del fratello maggiore di Smith. Questo avrebbe portato Smith ad accettare il fatto che lui stesso sta invecchiando. “Morte e il morire diventano ogni giorno più presenti purtroppo. Quando sei più giovane lo romanticizzi. Poi inizia a succedere alla tua famiglia e agli amici più stretti. Allora è un’altra cosa”.
Ha continuato a spiegare che il titolo “Songs of a Lost World” deriva dallla percezione che l’umanità ha raggiunto il picco verso la metà degli anni ’70 e da allora è in discesa. Ha riflettuto su quando a 10 anni aveva assistitoal lo sbarco sulla luna: “Mi sento ancora come quel bambino di 10 anni che fissa la luna”, ha spiegato Smith. “Il mondo sembrava bloccare in quel momento. Sono cresciuto nei gloriosi 30 anni dalla fine della seconda guerra mondiale. Il mondo in cui sono nato stava migliorando sempre più. Sembrava che fosse su una traiettoria verso l’alto. Lo sbarco sulla luna faceva parte di questo. Ho compiuto 16 anni nel 1975 e sembrava che il mondo si fermasse e da allora viaggiasse giù. Questo è il nucleo… questo è il cuore pulsante dell’album.

In occasione del lancio mondiale di Songs Of A Lost World, i Cure hanno suonato due concerti per la BBC, registrati il 30 ottobre e trasmessi il giorno successivo. Entrambi sono disponibili integralmente su Youtube, due set molto diversi, che riflettono le due diverse anime della band, quella pop e quella più “dark”. Il primo, a colori, offre una carrellata di greatest hits, (Just Like Heaven, In Between Days, The Walk, Lovesong, Pictures Of You. Dal nuovo disco, in apertura e chiusura scaletta Alone e Endsong, oltre al singolo A Fragile Thing.

Nel secondo, in bianco e nero, altre canzoni del nuovo album (I Can Never Say Goodbye, All I Ever Am, And Nothing Is Forever), molti brani da Disintegration (Plainsong, Last Dance, Prayers For Rain e Disintegration), oltre a grandi classici come A Forest e At Night.

“Songs of a Lost World” di The Cure, è il nostro “Disco della Settimana“.

 

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